Il settore delle auto elettriche è in piena corsa all’innovazione. Quasi a cadenza giornaliera, nuove tecnologie vengono sviluppate con l’obiettivo di rendere questi veicoli più efficienti, potenti e accessibili. Tra le principali sfide da superare, il tema delle batterie costituisce da sempre uno degli ostacoli principali: tempi di ricarica lunghi e autonomie limitate hanno frenato l’adozione su larga scala. Tuttavia, un colosso automotive, Chery, potrebbe riscrivere le regole del gioco.
Con la sua nuova batteria allo stato solido, l’azienda cinese confida di abbattere le barriere attuali, attraverso una ricarica ultrarapida e autonomie da record. Una svolta potenzialmente in grado di cambiare volto al panorama delle vetture a zero emissioni, specie nel caso in cui le auto elettriche economiche arrivassero davvero sul mercato e le colonnine avessero una diffusione globale (un tema delicato, almeno in Italia, come ribadito dai bandi semi-deserti conclusi lo scorso 7 ottobre.)
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La rivoluzione in arrivo
Chery ha annunciato il lancio dell’accumulatore nel 2026, e potremmo assistere a un grosso passo avanti nel settore. Permetterà, infatti, agli esemplari full electric di conseguire un’autonomia fino a 1.500 km: impressionante, specie se lo rapportiamo agli standard attuali, ancora molto lontani.
Di progressi se ne sono compiuti, ma la famigerata “ansia d’autonomia” che affligge i consumatori verrebbe forse finalmente spazzata via. Tuttavia, la qualità principale consiste nella velocità del “pieno”, già accennata in apertura. Grazie alla tecnologia di ricarica rapida 6C, i componenti sviluppati da Chery sapranno garantire la bellezza di 400 km in soli 5 minuti.
Secondo le prime dichiarazioni, le batterie allo stato solido avranno una densità energetica di 600 Wh/kg. Rispetto alle attuali batterie al litio in commercio, si tratta di un valore davvero superiore, il che si traduce in più energia immagazzinabile in meno spazio.
Quando inizierà la produzione di massa
Tuttavia, i portavoce della compagnia hanno tenuto a sottolineare come la produzione di massa non partirà prima del 2027. Dunque, le prime auto elettriche dotate della tecnologia dovrebbero uscire solo qualche anno più avanti del debutto ufficiale. Prima la squadra di tecnici avrà il compito di sottoporre il frutto del loro duro lavoro ad approfonditi test. Resta, comunque, il fatto che la Cina rinnova le grandi ambizioni nelle BEV.
Al momento, come riconosciuto dalle stesse concorrenti occidentali, è Pechino la numero uno nell’alimentazione. La lungimiranza avuta dal Paese le ha consentito di acquisire un bagaglio di conoscenze e competenze difficilmente replicabile, nel breve periodo. Quando ancora non esisteva un vero e proprio mercato delle BEV, la Repubblica del Dragone ha profuso gli investimenti iniziali e ora gode di un vantaggio considerevole sulle rivali.
Abbinati ai bassi costi della manodopera, l’offensiva commerciale mette in apprensione i Paesi europei, che hanno sancito l’inasprimento dei dazi doganali. Ma, a quanto pare, i prezzi di listino delle auto elettriche provenienti dalla Cina non ne verranno influenzati. Lo hanno assicurato i grandi capi d’industria, mentre lo Stato prepara delle ritorsioni nei confronti del Vecchio Continente. A ogni modo, i tentativi di dialogo tra l’UE e la Cina proseguono e una felice risoluzione gioverebbe ad ambo le parti.