Dubai, la pista multi-uso: 13,5 km per biciclette, scooter e pedoni

Nei progetti di Dubai si è scelto ancora di puntare sulla mobilità sostenibile, questa volta con un’innovativa, se non rivoluzionaria, pista ad uso misto

Foto di Riccardo Asta

Riccardo Asta

giornalista smart mobility

Nato a Genova nel 1985, laureato in architettura ma con una formazione multidisciplinare. Da anni collabora con riviste specializzate trattando temi legati alla mobilità sostenibile e al mondo bici, occupandosi in particolare del segmento e-bike e di tutte le novità che lo riguardano

Pubblicato: 6 Giugno 2024 15:00

Chiunque viva in città lo ha ormai capito bene, in alcuni contesti è davvero difficile inserire delle corsie ciclabili, ancora di più delle piste (quelle fisicamente separate dal resto del traffico). Questo perché molte strade risalgono al secolo scorso, quando i veicoli circolanti erano pochi e di dimensioni molto più ridotte rispetto ad oggi.

Scavando ancora più indietro nel tempo vediamo che queste erano più che altro uno spazio tra gli edifici dove la gente scendeva a piedi per incontrarsi, ed eventualmente passava qualche carrozza: non erano certo pensate per l’uso che ne facciamo oggi.

Strade? Forse ne basterebbe una

Tutto ciò per dire che lo spazio a disposizione per i nostri spostamenti è limitato dalla struttura urbanistica, un aspetto che purtroppo non si incastra con la richiesta di infrastrutture che ogni veicolo a su modo pretende. La soluzione più immediata (e semplice) è sotto gli occhi di tutti e si chiama riduzione della velocità, non necessariamente a 30 km/h, basterebbero probabilmente anche 40 che, se fossero adeguatamente rispettati, consentirebbero a quasi tutti i mezzi di viaggiare in sicurezza e mantenere delle tempistiche di spostamento ragionevoli.

Qualcosa di simile sembra per fortuna iniziare concretizzarsi, perlomeno ad un primo livello: a Dubai vogliono costruire una pista ciclabile mista, aperta cioè a bici, monopattini elettrici e pedoni. Quello che potrebbe sembrare (e forse un po’ lo è) un corto circuito concettuale, procede in realtà in  una direzione corretta che porterebbe portare ad una pace veicolare che farebbe bene a tutti.

Un futuro attivo e… slow

Secondo le direttive del principe ereditario di Dubai, lo sceicco Hamdan bin Mohammed bin Rashid Al Maktoum, l’Autorità per le strade e i trasporti (RTA) ha annunciato la costruzione di una pista mista di 13,5 km destinata come dicevamo a biciclette, monopattini e pedoni.

Questa nuova infrastruttura è aderente alla volontà di trasformare l’emirato in una metropoli a misura di bicicletta, come già aveva annunciato lo sceicco. Infatti, Mattar Al Tayer, Direttore Generale e Presidente del Consiglio di Amministrazione Esecutivo della RTA, ha dichiarato che la costruzione della particolare pista sottolinea l’impegno nel promuovere una cultura del ciclismo e una vita attiva a Dubai.

Ha inoltre aggiunto che il  progetto fa parte dell’Hessa Street Improvement Project, uno sforzo globale volto a migliorare la connettività, la mobilità e la qualità della vita sia per i residenti che per i visitatori. La nuova pista si estenderà da Al Sufouh a Dubai Hills tramite Hessa Street, includendo due ponti innovativi che attraverseranno la famosa Sheikh Zayed Road e Al Khail Road.

Il progetto Hessa Street Improvement

L’Hessa Street Improvement Project rappresenta una pietra miliare fondamentale nel percorso di Dubai verso un futuro più inclusivo, accessibile e sostenibile. Si prevede che entro il 2030 il progetto possa soddisfare una popolazione in rapida crescita di oltre 640.000 residenti, raddoppiando la capacità di Hessa Street e facilitando un flusso di traffico più fluido attraverso gli incroci chiave. Il progetto include l’ammodernamento di quattro incroci principali lungo Hessa Street, con l’obiettivo di migliorare la connettività e la mobilità urbana.

Caratteristiche tecniche della pista

La pista multiuso sarà lunga 13,5 km e larga 4,5 metri, con corsie separate per ciclisti, scooteristi e pedoni. La larghezza sarà suddivisa in 2,5 metri per ciclisti e scooteristi e 2 metri per i pedoni, garantendo sicurezza e comfort per tutti gli utenti.

I due ponti principali avranno una lunghezza di 528 metri e 501 metri, rispettivamente, e saranno larghi 5 metri, di cui tre metri dedicati a biciclette e scooter elettrici e due metri ai pedoni. Ogni struttura incarna una narrazione distintiva, traendo ispirazione dal paesaggio circostante e dai motivi culturali. Le linee intrecciate che attraversano Sheikh Zayed Road simboleggiano la connettività, mentre il percorso della luce solare su Al Khail Road evoca una tranquilla serenità. “Questi ponti testimoniano la nostra incrollabile dedizione all’innovazione e alla sostenibilità,” ha spiegato Al Tayer. 

Collegamenti e standard internazionali

Il progetto prevede il miglioramento di quattro incroci su Hessa Street. Inoltre, la pista ciclabile da Al Sufouh a Dubai Hills fa parte del piano generale ciclistico di Dubai, che mira ad espandere la rete ciclabile da 544 km a 1.000 km entro il 2030.

Questa espansione collegherà aree come Jumeirah, Al Sufouh e Marina a piste esterne a Al Qudra, Seih Al Salam e Nad Al Sheba, passando per Al Barsha, Dubai Hills e Nad Al Sheba. Questi percorsi sono progettati secondo standard internazionali, incoraggiando il ciclismo come modalità di trasporto sostenibile, in linea con la strategia del primo e dell’ultimo miglio di Dubai.

Conclusioni e prospettive future

Il progetto della pista ciclabile, parte dell’ambizioso piano di sviluppo urbano di Dubai, rappresenta un passo significativo verso un trasporto più sostenibile ed un miglioramento della qualità della vita per i residenti. Il piano di espansione della rete ciclabile da 544 km a 1.000 km entro il 2030 riflette l’impegno di Dubai nel promuovere il ciclismo e altri mezzi di trasporto ecologici.

Questo non solo favorirà una mobilità più fluida e sostenibile, ma contribuirà anche a ridurre l’inquinamento e a migliorare la salute pubblica. Ma al di là dei benefici che può trarne Dubai, è importante sottolineare il ruolo pioneristico che questa infrastruttura può avere per il settore, andando, speriamo, a influenzare anche altri progetti nel resto del mondo