Dal 1° febbraio parte l’era dell’Ecobonus 2024. Il governo ha messo a disposizione un quantitativo di risorse importanti, che corrispondono a 950 milioni di euro: 330 sono residui del 2022 e 610 derivano dal nuovo contributo di Stato. L’obiettivo è quello di dare una spinta alla transizione energetica, fornire un aiuto alle persone meno abbienti, far crescere la platea dei beneficiari estendendo il contributo a NCC, taxi e imprese, e, infine, cercare di compiere il rinnovamento del parco circolante italiano che è tra i più vecchi d’Europa. Un’impresa non semplice, ma gli incentivi servono proprio a questo.
Indice
Come vengono distribuite le risorse
Con il nuovo piano di incentivi, la transizione green può poggiarsi su basi più solide, dato che c’è stato un incremento degli incentivi a elettrico e ibrido plug-in rispetto al passato. Inoltre, è stato varato un sistema in grado di offrire un contributo proporzionale all’età del veicolo da rottamare, oltre alla chance di rottamare una macchina Euro 5.
Dunque, la cifra di 793 milioni di euro viene distribuita alle auto appartenenti alla fascia di emissioni di CO2 0-20 g/km che sono le elettriche, 150 milioni di euro per quella 21-60 g/km CO2 che corrisponde alle ibride plug-in, 403 milioni di euro per quella 61-135 g/km CO2 che tiene insieme benzina e diesel meno inquinanti (full-hybrid, mild-hybrid, ecc…), 30 milioni per i ciclomotori, quadricicli e motocicli elettrici, 5 milioni per quelli non elettrici, 53 milioni di euro vanno ai veicoli commerciali leggeri, 20 milioni alle auto usate e 50 milioni di euro al noleggio a lungo termine. La cifra finale è, quindi, di 950 milioni di euro.
Ecobonus 2024, la suddivisione in fasce
Come era stato messo in preventivo con le anticipazioni delle settimane scorse, per usufruire degli incentivi auto 2024, è stata varata una soglia massima di spesa, per categoria: per le elettriche (0-20 g/km CO2) è di 35.000 euro + IVA, per le ibride plug-in (21-60 g/km CO2) è di 45.000 euro + IVA, mentre per le benzina e diesel meno inquinanti (61-135 g/km) è di 35.000 euro + IVA. Inoltre, è stato dato un supporto maggiore alle famiglie che hanno un Isee inferiore ai 30.000 euro, per completare l’acquisto di un veicolo nuovo con la rottamazione di un vecchio mezzo inquinante.
Adesso, vediamo nel dettaglio come sono stati distribuiti i contribuiti per categoria di veicoli.
Fascia 0–20 g/km CO2:
- Nessuna rottamazione: contributo di 6.000 euro, ISEE inferiore di 30.000 euro il contributo è di 7.500 euro
- Rottamazione Euro 0, 1 e 2: contributo di 11.000 euro, ISEE inferiore di 30.000 euro il contributo è di 13.750 euro
- Rottamazione Euro 3: contributo di 10.000 euro, ISEE inferiore di 30.000 euro il contributo è di 12.500 euro
- Rottamazione Euro 4: contributo di 9.000 euro, ISEE inferiore di 30.000 euro il contributo è di 11.250 euro
- Rottamazione Euro 5: contributo di 0 euro, ISEE inferiore di 30.000 euro il contributo è di 8.000 euro
Fascia 21-60 g/km CO2:
- Nessuna rottamazione: contributo di 4.000 euro, ISEE inferiore di 30.000 euro il contributo è di 5.000 euro
- Rottamazione Euro 0, 1 e 2: contributo di 8.000 euro, ISEE inferiore di 30.000 euro il contributo è di 10.000 euro
- Rottamazione Euro 3: contributo di 6.000 euro, ISEE inferiore di 30.000 euro il contributo è di 7.500 euro
- Rottamazione Euro 4: contributo di 5.500 euro, ISEE inferiore di 30.000 euro il contributo è di 6.875 euro
- Rottamazione Euro 5: contributo di 0 euro, ISEE inferiore di 30.000 euro il contributo è di 5.000 euro
Fascia 61-135 g/km CO2:
- Nessuna rottamazione: contributo di 0 euro
- Rottamazione Euro 0, 1 e 2: contributo di 3.000 euro
- Rottamazione Euro 3: contributo di 2.000 euro
- Rottamazione Euro 4: contributo di 1.500 euro
- Rottamazione Euro 5: contributo di 0 euro
Incentivi anche all’usato
Stavolta, per quanto sia stato stanziato un monte di appena 20 milioni di euro, il Gruppo di lavoro automotive ha dato un supporto anche al mercato dell’usato. La misura riguarda l’acquisto di veicoli categoria M1 nuovi, almeno in classe Euro 6, con un valore non superiore ai 25.000 euro (senza IVA) che non abbiano beneficiato precedentemente di incentivazioni. Per godere degli Ecobonus è obbligatoria la rottamazione di un mezzo di proprietà da almeno 12 mesi in classe fino a Euro 4. Il contributo statale, in questo caso, è di 2.000 euro.
Per quanto riguarda il noleggio a lungo termine ci sarebbero 50 milioni di euro da utilizzare, ma c’è ancora tempo per delineare l’operatività, mentre è al vaglio anche uno studio di sostegno al retrofit GPL/metano.
Bonus anche per motocicli e quadricicli
Gli incentivi 2024 prevedono bonus anche per moto, scooter, tricicli e quadricicli. Ovviamente i veicoli elettrici sono quelli che godono del maggior supporto, quindi fino al 40% (massimo 4.000 euro) con rottamazione di un Euro 0, 1, 2 o 3. Senza rottamazione, invece, è previsto un incentivo fino al 30%, con massimo 3.000 euro. Anche questa scelta, dichiarata alla vigilia, è stata confermata.
La speranza del governo
“Il piano incentivi auto si fonda nella convinzione che si debba assolutamente cambiare rotta rispetto a quanto successo negli ultimi anni”, afferma il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Urso. “Se quest’anno il trend non dovesse cambiare, nonostante le ingenti risorse che stiamo mettendo in campo, destineremo le ulteriori risorse del `fondo automotive´ esclusivamente a sostegno della nostra filiera e a incentivare nuovi stabilimenti produttivi nel nostro Paese”.
Come abbiamo visto sono avanzati più di 330 milioni di euro dagli incentivi stanziati nel passato. Una montagna di denaro che non è servita a favorire la transizione energetica tanto attesa e richiesta, soprattutto, dai piani alti della politica, non solo nazionale, ma sovranazionale. Il governo attuale sembra ottimista sulla possibilità di cogliere gli obiettivi preventivati, anche se l’ultima parola spetta sempre all’utente finale, l’automobilista che dovrà fare un passo decisivo verso l’acquisto di un’automobile nuova ed ecologica.
Un piano preciso, termina la fase di transizione
Rispetto alle previsioni della vigilia, tutto è stato confermato, compresi gli ingenti aiuti alle famiglie con un reddito inferiore ai 30.000 euro. Una soluzione che potrebbe costituire un volano eccezionale per far decollare questo piano ambizioso e importante. Intanto, dal 23 gennaio era iniziata la fase preliminare degli incentivi auto, che utilizzavano ancora il monte dei contributi governativi varati lo scorso anno. Un periodo di transizione che aveva lasciato qualche incertezza, non nei confronti degli acquirenti, ma anche di coloro che sono addetti alla vendita, alle concessionarie e a tutte quelle realtà che operano nel settore della compravendita automobilistica.
Adesso, con il piano effettivo del 2024 si può voltare pagina e andare tranquilli verso una direzione che è stata ampiamente tracciata e che non dovrebbe cogliere di sorpresa nessuno. Se sarà un successo, questo dipenderà dal mercato e dai potenziali clienti.