C’era da aspettarselo: l’aumento dei dazi sulle automobili elettriche provenienti dalla Cina non poteva non avere le conseguenze. E la naturale, quando prevista e prevedibile conseguenza, è che il Paese asiatico ha a sua volta aumentato i dazi sui prodotti provenienti dall’Unione Europea. Le prime misure adottate sono state di antidumping sull’importazione di brandy. La decisione era nell’aria da alcuni mesi, tanto che già ad agosto dal Ministero del Commercio cinese era arrivata la decisione di “non imporre immediatamente nuove sanzioni”. Ma la decisione è stata solamente rimandata al momento in cui a Bruxelles i Paesi del’Unione Europea hanno dato il via libera all’aumento dei dazi sulle automobili elettriche provenienti dalla Cina.
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Perché l’Unione Europea ha aumentato i dazi sulle auto elettriche cinesi?
Il motivo per cui sono stati aumentati i dazi sull’importazione di automobili elettriche è quello di cercare di proteggere le case automobilistiche del Vecchio Continente.
La decisione di aumentare i dazi sulle automobili elettriche importate dalla Cina non è arrivata all’unanimità ma al Parlamento Europeo si sono registrati i voti contrari di cinque Paesi (tra cui Germania e Ungheria). I voti favorevoli sono sono stati dieci e tra questi ci sono anche quelli di Italia e Francia, dodici invece gli astenuti tra cui la Spagna.
“La Commissione europea di Ursula Von Der Leyen non dovrebbe innescare una guerra commerciale nonostante il voto a favore di possibili dazi punitivi contro la Cina. Abbiamo bisogno di una soluzione negoziata”, aveva immediatamente commentato su X Christian Lindner, il ministro delle Finanze tedesco.
Di quanto sono aumentati i dazi per le auto elettriche cinesi
Complessivamente, sommando anche a quelli del 10% già esistenti, i nuovi dazi arriveranno al 45%. Andando nel dettaglio, i dazi per Byd sono al 17%, per Geely sono al 18,8%, per Saic al 35,3%. Per altre società che hanno collaborato all’indagine i dazi saranno al 20.7%, per quelli che non hanno collaborato saranno al 35,3%.
Una notizia che, come era facile prevedere, non è stata ben accolta da Pechino, tanto che ora è arrivata la risposta con, come detto in precedenza, l’aumento dei dazi sul brandy.
Dopo i dazi sul brandy, la Cina prepara altre contromosse
Ma non è certo finita qua, la Cina ha infatti avviato delle indagini antidumping anche sulle importazioni di prodotti lattiero-caseari oltre che sulle importazioni di carne di maiale.
Dal governo di Pechino, commentando la decisone dell’Unione Europea hanno anche aggiunto che: “Le decisioni di Bruxelles sono il risultato di protezionismo, abuso delle pratiche commerciali internazionali e indebolimento della lotta globale contro il cambiamento climatico”. Insomma, la guerra dei dazi tra l’Unione Europea e la Cina sembra essere appena all’inizio.
La replica di Paolo Gentiloni alle misure adottate dalla Cina
Sulla decisione adottata dal governo cinese di imporre misure antidumping sul brandy importato dall’Europa è intervenuto anche il commissario Ue all’Economica (nonché ex Presidente del Consiglio italiano) Paolo Gentiloni: “Non siamo mai preoccupati, siamo ragionevoli. Abbiamo condotto un’indagine seria sui rischi di sovrapproduzione in alcuni settori. Abbiamo preso decisioni appropriate e molto proporzionate e non penso che ci sia motivo di reagire a queste decisioni proporzionate con ritorsioni”.