Il mondo ciclistico ha un rapporto stretto con i materiali naturali, se pensiamo ad esempio ai telai in bambù, in legno o in fibra di canapa. Ma sono molte le parti di una bicicletta (e nel caso che vedremo tra poco anche di scooter e automobili) che possono essere costruite con il supporto di materiali non sintetici. Analogamente alle fonti naturali di fibre come cocco, lino e canapa, le banane rappresentano una risorsa inaspettata per la produzione di componenti tecniche di provenienza biologica.
Questa innovativa ricerca è stata condotta dall’University of Maine System, dall’Oak Ridge National Laboratory (ORNL) e dall’University of Tennessee, Knoxville. L’obiettivo era anche in questo caso, quello di ridurre la dipendenza dai materiali tradizionali come fibre di vetro, di carbonio o altre leghe metalliche, che comportano maggiori risorse per la loro produzione e impatti significativi per quanto riguarda le emissioni di carbonio.
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L’importanza della ricerca universitaria
Il progetto ha visto la partecipazione attiva di studenti e ricercatori tra cui la sconosciuta ma promettente Brianna Greer, tirocinante presso l’ORNL. Durante i suoi studi questa ragazza ha scoperto come la fibra di banana, derivata dal gambo o tronco della pianta, sia sorprendentemente resistente e adatta per rinforzi compositi.
Questo materiale permette di realizzare componenti leggeri ma robusti, ideali per automobili, biciclette e altre parti strutturali. Come in molti altri casi, vedi quello del tarassaco di cui parliamo più avanti nell’articolo, è difficile intravedere dei pezzi di ricambio in un vegetale: la natura però nasconde sempre più sorprese di quelle che immaginiamo, e la ricerca serve soprattutto ad individuarle. Le fibre di banana raccolte per la costruzione vengono poi pulite, fatte essiccare e quindi formate in fasci da inserire nella prodotto per rinforzarlo.
Il programma SM2ART
Il materiale sviluppato fa parte del programma Sustainable Materials and Manufacturing Alliance for Renewable Technologies (SM2ART). Questo programma è un’iniziativa collaborativa tra la Manufacturing Demonstration Facility dell’ORNL e la University of Maine, finanziata dall’Advanced Materials and Manufacturing Technologies Office del DOE.
L’obiettivo è sviluppare competenze e esperienza con materiali di origine biologica e tecnologie di produzione sostenibile. I ricercatori, sotto la guida di Cait Clarkson e Amber Hubbard, hanno lavorato sulla chimica del materiale, apportando modifiche per ridurre l’assorbimento d’acqua (altro tema attuale ed estremamente interessante) e migliorare le prestazioni della fibra.
Applicazioni nel settore bici
La fibra di banana è stata utilizzata con successo per produrre una ruota di bicicletta rinforzata, ma nulla impedisce di estendere la sua applicazione anche ad altri tipi di pneumatico. Questo rappresenta un ulteriore passo avanti verso la sostenibilità nel settore ciclistico, ormai sempre più ricco di soluzione attente all’ambiente e alla sostenibilità, forse più di ogni altro settore operante nella mobilità.
Un esempio simile lo abbiamo avuto anni fa, quando Continental ha sviluppato pneumatici per biciclette realizzati in gomma di tarassaco. Questi pneumatici, noti come Urban Taraxagum, sono stati prodotti nello stabilimento Continental di Korbach in Germania e nel laboratorio di ricerca Taraxagum ad Anklam. La gomma di tarassaco viene coltivata, estratta e lavorata localmente, riducendo le emissioni di CO2 e conservando risorse preziose.
L’impatto ambientale degli pneumatici
Oltre all’innovazione nei materiali, è importante considerare l’impatto ambientale degli pneumatici tradizionali. Gran parte dell’inquinamento atmosferico nelle aree urbane proviene dall’usura degli pneumatici sull’asfalto, che produce polveri sottili. Queste particelle contribuiscono significativamente all’inquinamento dell’aria, causando problemi respiratori e altre gravi condizioni di salute. Secondo recenti studi, le emissioni di particolato dagli pneumatici possono superare quelle dei gas di scarico dei veicoli, evidenziando la necessità di sviluppare soluzioni più sostenibili.
Innovazioni e sostenibilità
Il progetto Taraxagum di Continental, in collaborazione con il Fraunhofer Institute for Molecular Biology and Applied Ecology (IME), mira all’industrializzazione della coltivazione della gomma di tarassaco per una vasta gamma di prodotti, inclusi pneumatici per auto e camion. L’iniziativa ha vinto il German Sustainability Award 2021 nella categoria Design responsabile, riconoscendo l’innovazione sostenibile e l’impatto ambientale positivo di questo progetto.
Tutto ciò fa ben sperare anche per altre soluzioni provenienti dal mondo vegetale, che in effetti rappresentano un incontro fruttuoso tra economia, ambientalismo e sostenibilità, a patto ovviamente che non venga applicato un approccio intensivo di coltivazione e filiera produttiva
Prospettive tecniche e commerciali
L’adozione quindi di materiali sostenibili come la fibra di banana e la gomma di tarassaco nel settore ciclistico rappresenta un’importante evoluzione verso una produzione più ecologica. Questi materiali offrono prestazioni eccellenti mantenendo un impatto ambientale ridotto. Ne è un esempio proprio lo pneumatico Urban Taraxagum di Continental, disponibile sul mercato dalla fine del 2019 e in grado di combinare la produzione locale con la minimizzazione della filiera logistica, rappresentando quindi un modello di successo nella transizione verso la vera sostenibilità, non quella dell’intollerabile greenwashing. Speriamo che il destino della fibra di banana sia simile a questo.