Arriva dalla Germania ed è un nuovo asfalto pensato per le biciclette. Tutto parte dal mondo universitario, precisamente dalla tesi master di una studentessa ventiseienne della bassa Sassonia, Rebecka Sophie Kriete. È lei che insieme all’aiuto del suo relatore ha studiato una composizione di asfalto sostenibile e specifica per le piste ciclabili.
La sua tesi, dal titolo: “Ottimizzazione degli strati di asfalto per le piste ciclabili con riguardo alla qualità della superficie e agli aspetti di sostenibilità”, emerge da un’attenta analisi dei materiali in rapporto alle esigenze degli utenti. L’asfalto ciclistico di Rebecka Sophie Kriete dovrebbe offrire un’ esperienza di guida simile a quella autostradale e si incastra perfettamente nel quadro dei piccoli interventi tecnologici volti ad aumentare la diffusione del ciclismo.
Grazie a questo asfalto si potrà pedalare meglio, più sicuri e per più tempo. Ciò significa coprire tratte maggiori e in caso di pioggia non dover temere le pozzanghere: insomma, più bici e meno inquinamento.
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I problemi delle ciclabili
Kriete è partita esaminando le esigenze dei ciclisti e la maggior parte di loro lamentava problemi relativi al fondo stradale, un tema importante visto che molti incidenti in bici derivano proprio da buche e danni alla superficie. Le reti ciclabili soffrono quasi tutte di una serie di problemi insidiosi, soprattutto quando nascono in paesi che come approccio e cultura non sono molto bike-friendly.
Spesso vengono costruite in economia e senza una reale considerazione dei problemi in cui possono incorrere. Il caso peggiore è quello delle corsie ciclabili, le strisce colorate comparse in molte città italiane negli ultimi anni: pur venendo dipinte con una vernice molto resistente offrono una sicurezza discutibile dovuta anche al fatto che condividono la strada con mezzi più pesanti.
Il cedimento dell’asfalto crea degli avvallamenti che, sommato alla poca manutenzione e alla scarsa capacità drenante di alcune vernici, provoca la formazione di pozzanghere. Sotto la superficie di questi piccoli specchi d’acqua si possono celare delle profonde buche in grado di rappresentare un pericolo per la sicurezza e un disagio se si rimane bagnati.
I vantaggi del nuovo asfalto ciclabile
L’obiettivo principale di Kriete divenne perciò quello di sviluppare una pavimentazione in asfalto specifica per piste ciclabili che, tra le altre caratteristiche, offrisse una minore resistenza al rotolamento. La nuova mescola progettata dalla studentessa rimane estremamente liscia una volta applicata, è ovviamente antiscivolo e anche drenante poiché formata da tanti piccoli pori che permettono all’acqua di defluire.
Il grip dello pneumatico è maggiore rispetto al solito, ma il rotolamento è migliorato grazie al trattamento fine di ogni granello. Si tratta di dettagli non trascurabili perché sommandoli insieme offrono un’esperienza di guida in grado di influire sull’utilizzo della bici e sui km percorsi. L’asfalto ciclabile progettato da Kriete garantisce più sicurezza in caso di gelo e pioggia, un fondo liscio e omogeneo che provoca meno schizzi di risalita. Tutto ciò, oltre a facilitare gli spostamenti, aiuta anche a far durare più a lungo vestiti e batterie delle e-bike.
Un’importante innovazione
Non si conosce l’esatta composizione dell’asfalto progettato da Kriete, ma dev’essere piuttosto simile a quello autostradale. Le differenze risiedono nel tipo di mescola (che proviene in gran parte da materiale riciclato tra cui l’asfalto stesso) e dal trattamento produttivo che sembra portare ad un risultato più fine.
“La costruzione di strade asfaltate ha bisogno di innovazione e sono lieto che i giovani stiano sviluppando soluzioni creative”, così ha detto il relatore della studentesse, il Professor. Alexander Buttgereit. È lui che ha spinto Kriete ad affrontare questo tema, sicuro che l’idea possa avere un futuro.
Attualmente l’asfalto di Kriete è sottoposto a vari test per comprenderne l’efficacia ma organizzazioni come l’ADFC (Associazione nazionale tedesca dei ciclisti) hanno già manifestato il loro interesse per proporlo come materiale da costruzione in caso di ciclabili. Rebecka e il professore sono molto ottimisti e sperano di poter presentare quanto prima i risultati del loro innovativo asfalto in occasione di convegni specializzati.
In fin dei conti per rendere la bicicletta più attrattiva, per essere più sostenibile come società e per ridurre le emissioni, è fondamentale avere un approccio multilaterale nel quale vengano contemplate anche aspetti a cui spesso non pensiamo come l’asfalto delle piste ciclabili.