Mobilità urbana e isolamento sociale: c’è una strana relazione

Nelle città USA alcuni studenti sperimentano alti livelli di isolamento, nonostante vivano in aree urbane ricche di servizi per il trasporto pubblico: i motivi

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Riccardo Asta

giornalista smart mobility

Nato a Genova nel 1985, laureato in architettura ma con una formazione multidisciplinare. Da anni collabora con riviste specializzate trattando temi legati alla mobilità sostenibile e al mondo bici, occupandosi in particolare del segmento e-bike e di tutte le novità che lo riguardano

Pubblicato: 29 Gennaio 2024 11:17

Stati Uniti, gli studenti che risiedono in alcune aree cittadine stanno sperimentando alti livelli di isolamento sociale, nonostante le possibilità di trasporto pubblico oggi disponibili in quelle zone. Lo rivela un recente studio uscito su Nature e basato sulla raccolta di dati GPS di alcune città americane, dove il fenomeno è particolarmente marcato lungo le aree urbanizzate in modo più intenso.

Nulla di nuovo, l’espansione incontrollata delle città produce anche effetti di questo tipo: i luoghi diventano troppo grandi e caotici per essere compatibili con i meccanismi profondi di un essere umano, che sembrano in grado di funzionare bene a una scala di proporzione più ridotta.

Reddito e qualità urbana

La ricerca mostra come la mobilità degli studenti sia influenzata in modo significativo dal reddito familiare, dal contesto socio-architettonico e, purtroppo, spesso anche dall’etnia. Gli studenti che provengono da famiglie più benestanti e da zone meno popolate sembrano avere maggiore accesso ai servizi urbani, trascorrono più tempo fuori casa e esplorano una varietà più ampia di luoghi.

Al contrario, quelli provenienti da aree più urbanizzate e con basso reddito tendono a spostarsi meno, trascorrono più tempo a casa e usano meno i servizi. Questo nonostante spesso vivano in aree con una maggiore offerta di trasporto pubblico. Non è solo una questione di possibilità economiche dunque, ma anche di quartiere e relativa posizione all’interno della città. Significa che non basta riempire un’area di servizi di spostamento pubblico per fare in modo che la gente li usi, bisogna soprattutto intervenire su l’omogeneità qualitativa del tessuto urbano e sulla proporzionalità dei prezzi richiesti per i servizi.

Insomma, i risultati emersi sono quasi paradossali: i giovani che vivono in aree urbane densamente popolate ma ricche di servizi sembrano trarre minori benefici da queste possibilità, perché il reddito e l’organizzazione del quartiere giocano un ruolo cruciale nel determinare la loro stessa fruibilità. Le nuove scoperte rivelate dalla ricerca offrono una prospettiva interessante sulla segregazione cittadina e su come si debba intervenire non solo a livello funzionale, ma anche “estetico” in senso ampio. Con buona pace di quanti sostengono che l’influenza negativa delle aberrazioni edilizie sia solo una teoria. 

Ripensare il trasporto pubblico

Il trasporto pubblico, pur essendo un elemento vitale delle infrastrutture urbane, ha un ruolo diverso da quello che immaginavamo. Oltre a dover effettuare degli interventi socio-urbanistici rivoluzionari, sembra evidente la necessità di un ripensamento complessivo del sistema di trasporto pubblico, con un’enfasi sulla sua convenienza e non sulla quantità di opzioni disponibili.

La sfida è soprattutto quella di bilanciare equità e sostenibilità economica. In un nostro precedente articolo abbiamo sottolineato come si potrebbe perorare la causa attraverso due soluzioni: i biglietti a tempo e le tariffe basate sui chilometri percorsi. Entrambi i metodi, già adottati in molte città europee e asiatiche, rappresentano un importante strumento per rendere i sistemi di trasporto pubblico più giusti e accessibili.

Le tariffe basate sulla distanza, ad esempio, consentono ai passeggeri di pagare solo per i chilometri effettivamente percorsi grazie dall’uso di carte magnetiche che registrano gli spostamenti dei passeggeri. Già utilizzato in città come Londra, Tokyo e Singapore, si tratta di un modello di tariffazione non solo più equo, ma anche meglio adattabile alle esigenze individuali dei viaggiatori.
D’altro canto, i biglietti a tempo, come quelli usati a Berlino, Praga e Vilnius, offrono una soluzione economica per i viaggi brevi. Questi biglietti sono pensati per chi utilizza il servizio di trasporto pubblico solo per pochi minuti o fermate, rendendo il costo del viaggio proporzionale al tempo di utilizzo. Risulta particolarmente conveniente per stabilire un rapporto di lealtà con i clienti, che pagano esattamente per ciò che utilizzano. Ci sono poi città che stanno scegliendo di puntare sugli abbonamenti annuali riducendone i costi, anche questa una scelta da tenere in considerazione.

Tuttavia, ogni tessuto urbano è unico e richiede una strategia su misura: nel farlo bisogna stare attenti a cogliere al balzo le opportunità, perché dove non arrivano le leggi arriva l’illegalità. Forse ricorderete il fenomeno di bagarinaggio emerso a Milano dove si vendevano biglietti parzialmente utilizzati a prezzo ridotto. Questa pratica rifletteva una sorta di risposta informale alla domanda di biglietti a breve termine, evidenziando la necessità di soluzioni più ufficiali. Un po’ come accadde con lo streaming online, reso poi legale da piattaforme tipo Netflix.

Bellezza e mobilità sostenibile

L’adozione di soluzioni di mobilità sostenibile più inclusive potrebbe ridurre l’isolamento sperimentato dagli studenti più svantaggiati. L’accesso a mezzi di trasporto economici (ed ecologici) come le biciclette elettriche potrebbe offrire loro l’opportunità di esplorare la città più liberamente, partecipando a una gamma più ampia di attività sociali ed educative. Inoltre, la mobilità sostenibile ha il potenziale di migliorare non solo lo stato fisico ma anche la salute e il benessere degli studenti. Un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università di Edimburgo ha evidenziato l’impatto benefico sulla salute mentale collegato all’uso della bicicletta e che si riflette in una minor prescrizione di antidepressivi.

Nonostante i suoi evidenti vantaggi, la transizione verso una mobilità urbana sostenibile presenta delle difficoltà evidenti. La necessità di costruire infrastrutture adatte, come piste ciclabili sicure e punti di ricarica per veicoli elettrici, richiede investimenti significativi. Inoltre (ed è forse l’aspetto più importante), bisogna vincere una certa resistenza al cambiamento da parte di coloro che sono abituati ai tradizionali mezzi di trasporto. 

In conclusione, la mobilità urbana degli studenti nelle grandi città è un fenomeno complesso, fortemente influenzato da fattori economici, sociali e urbanistici. Da qui l’importanza di adottare sistemi di tariffazione che siano sia economicamente sensati che socialmente giusti. La sfida per le città moderne è quindi quella di implementare soluzioni di trasporto pubblico che rispettino le esigenze dei cittadini e le necessità economiche delle aziende di trasporto, perché solo la giustizia sociale sembra dare i risultati che si stanno cercando di ottenere. Non solo: è necessario puntare sulla vivibilità di un quartiere rendendolo pulito, non sovraffollato ed esteticamente compatibile con le esigenze profonde di un essere umano.