La nuova batteria per e-bike che resiste al fuoco

Una nuova tecnologia di incapsulamento delle celle studiata dall’azienda Rad Power Bikes evita che gli accumulatori al litio propaghino calore

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Riccardo Asta

giornalista smart mobility

Nato a Genova nel 1985, laureato in architettura ma con una formazione multidisciplinare. Da anni collabora con riviste specializzate trattando temi legati alla mobilità sostenibile e al mondo bici, occupandosi in particolare del segmento e-bike e di tutte le novità che lo riguardano

Pubblicato: 15 Aprile 2024 16:11

Da qualche tempo arrivano notizie relative a incendi e incidenti vari causati dalle batterie delle bici elettriche, tanto da far proporre l’integrazione di un estintore di bordo. Idea piuttosto assurda, soprattutto perché queste batterie stanno andando a fuoco nella maggior parte dei casi per negligenza durante la fase di ricarica. Nulla di nuovo, fa parte di quell’epidemia di decadimento cognitivo di cui ci siamo occupati in un precedente articolo, la stessa forma di incoscienza che porta a lasciare tranquillamente in carica, e per tutta la notte, una bici elettrica sul pianerottolo di casa.

Ribadiamo dunque l’importanza di attenersi alle istruzioni contenute nel manuale e alle norme di buon senso: una batteria al litio di grosse dimensioni non è uguale a quella di un rasoio, bisogna maneggiarla con più cura e, se possibile, ricaricarla quando siamo svegli e presenti negli stessi locali. D’altra parte la benzina sappiamo che è altamente infiammabile ed evitiamo di accendervi fuochi vicino: con le batterie al litio valgono regole simili, solo dobbiamo abituarci a rispettarle.

Il problema delle batterie al litio

C’è però un problema reale in queste batterie e associato ai dendriti contenuti al loro interno, filamenti microscopici di litio che possono causare cortocircuiti e, potenzialmente, incendi. Per questo motivo i ricercatori stanno da tempo studiando modi per aumentare il loro livello di sicurezza, nonostante ci continuino a promettere l’uscita imminente di qualche nuova tecnologia di accumulo dalle proprietà strabilianti. Incrociamo le dita.

Dicevamo del problema dei dendriti: chiariamo subito, si tratta di eventi molto molto rari che tuttavia possono accadere. Diversi esperti  hanno però evidenziato come una delle principali cause di rischio sia l’utilizzo di materiali di bassa qualità scelti unicamente per contenere i costi: ecco perché in fase di acquisto non bisogna farsi troppo ammaliare dai prezzi stracciati.

La nuova batterie di Rad Bikes

C’è però di buono che una famosa casa ciclistica sembra aver trovato un sistema per, quantomeno, arginare la situazione. Nell’ultimo anno Rad Power Bikes ha compiuto un importante passo avanti, sviluppando e introducendo la Safe Shield Battery. Si tratta di una nuova tecnologia che incapsula ogni cella della batteria in una resina capace di assorbire calore, offrendo così una protezione aggiuntiva contro la corrosione e il surriscaldamento. Se quest’ultimo caso dovesse verificarsi, la resina è in grado di impedire la diffusione del calore e quindi l’innesco del potenziale incendio.

Tra le prime e-bike a beneficiare di questa innovazione troviamo i modelli Radster Road e Radster Trail, entrambi conformi agli standard UL 2849 per le biciclette elettriche. La Radster Road, orientata verso il mondo dei ciclisti urbani, è equipaggiata con un motore da 750 W, una batteria da 720 Wh, che assicura un’autonomia di 20-60 km e un cambio Shimano a 8 velocità. La Radster Trail, invece, è pensata per l’avventura off-road e si distingue per ruote e pneumatici specifici per terreni impervi. La batteria Safe Shield Battery di cui entrambe sono dotate è di tipo esterno e rimovibile, il che garantisce sicuramente una migliore fase di ricarica.

Un punto di svolta

Con l’introduzione della sua Safe Shield Battery, Rad Power Bikes si mette in una posizione all’avanguardia nel panorama ciclistico, soprattutto perché prova ad affrontare una delle sfide più scottanti per quanto riguarda le e-bike. La sicurezza delle batterie è un argomento caldo, scusate il gioco di parole, che ha avuto un impatto significativo nel mercato degli ultimi mesi. Confrontarsi con un tema così importante non riguarda soltanto le bici elettriche, bensì il mondo della mobilità sostenibile in generale.

Fermo restando che la smart mobility non è rappresentata da un veicolo specifico ma da un approccio agli spostamenti che valuta l’impatto globale che questi hanno in relazione al contesto socio-ambientale, la questione trascende il singolo prodotto o categoria e include la ricerca su materiali innovativi, l’adattabilità delle infrastrutture urbane ai cambiamenti climatici e l’implementazione di politiche urbane volte a ridurre le emissioni. Tutte queste cose sono collegate, ecco perché mettere in circolazione una batteria per e-bike più sicura non è soltanto un risultato economico per Rad Bikes (la quale purtroppo non vende in Europa).

Serve un approccio olistico

Il potenziamento del trasporto pubblico e l’adozione di limiti di velocità come le zone 30 (imperdonabilmente trascurate dal nuovo codice della strada), possono contribuire a delineare un futuro in cui la mobilità intelligente (e quindi sostenibile) diventa più sicura, efficiente ma soprattutto perseguibile come pratica quotidiana

La visione di una mobilità urbana integrata richiede una collaborazione tra vari settori e una strategia olistica che consideri tutti gli aspetti della vita, intesa in senso esteso. In questo panorama, soluzioni come quelle proposte da Rad Power Bikes giocano un ruolo fondamentale nell’incentivare un modello di città più vivibile, resiliente e preparato alle sfide future, segnando un passo importante verso la realizzazione di ambienti urbani sostenibili e inclusivi.