Ecco la pila atomica che dura 50 anni: rivoluzionerà il mondo dell’automotive?

L'azienda cinese Betavolt ha presentato il primo prototipo di pila atomica la cui durata è di addirittura 50 anni: i possibili impieghi sono molteplici

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Andrea Piva

giornalista

Torinese, classe 1987, giornalista pubblicista con la voglia di raccontare quello che accade nel mondo e la fortuna di riuscire a farlo. Tra le mie passioni ci sono il cinema, lo sport e tutto ciò che è inerente al mondo dei motori e alle continue evoluzioni tecnologiche (e sostenibili) dei mezzi a quattro e a due ruote.

Pubblicato: 8 Aprile 2024 07:35

Ve la immaginate una batteria atomica all’interno della vostra automobile? Un’ipotesi questa che può destare preoccupazione in alcuni, interesse in altri e scetticismo in altri ancora. D’altronde al momento è un’ipotesi più fattibile in qualche film di fantascienza che nella realtà. Al momento, però. Quello che può apparire oggi come qualcosa di irrealizzabile potrebbe infatti diventare reale nel prossimo futuro, basti pensare che il primo passo in questa direzione è già stato mosso: l’azienda cinese Betavolt ha infatti presentato una micropila atomica. Avete capito bene: si tratta del prototipo di una pila in versione ridotta che è alimentato proprio dall’energia atomica.

La pila atomica: come funziona

L’abbiamo definita una micropila perché le sue dimensioni sono pressapoco quelle di una moneta (15 mm x 15 mm x 5 mm) e può quindi essere facilmente utilizzata. Per avendo una potenza ridotta, 100 microwatt, questa pila ha una durata di addirittura 50 anni.

La pila atomica sviluppata dalla Betavolt utilizza un isotopo artificiale, il nickel 63, che attraverso il Decadimento Beta nel corso degli anni si trasforma in rame, E proprio durante questo processo di trasformazione il nickel 63 emette elettroni e antineutrini: l’energia prodotta viene raccolta grazie a un semiconduttore di diamante.

È importante specificare che il decadimento del nickel 63 non emette neutroni e raggi gamma ma emette solamente raggi beta, il che significa che la micropila non è radioattiva.

Pila atomica: i possibili utilizzi

Quello presentato dalla Betavolt è solamente un prototipo a potenza ridotta ma l’azienda cinese è già al lavoro per migliorare questa tecnologia che potrebbe avere vari utilizzi (non solo nel settore della mobilità elettrica). Il prossimo passo annunciato dall’azienda è quello di aumentare la potenza e passare dagli attuali 100 microwat a 1 watt di potenza entro il 2025.

Certo anche la potenza di 1 watt non permetterebbe l’utilizzo di questa pila per macchinari come un’auto elettrica e questo fa sì che l’ipotesi di avere una batteria atomica all’interno della propria vettura sarà catalogabile tra la fantascienza ancora per diverso tempo. Ma la ricerca prosegue e non è utopico pensare che uno degli utilizzi del futuro di questa tecnologia sia proprio nel settore dell’automotive.

Le aziende cinesi sono leader a livello mondiale per quel che riguarda la produzione delle batterie per automobili e hanno tutta l’intenzione di mantenere questo primato che si sono guadagnate, per questo stanno lavorando per trovare nuove tecnologie e, sempre per questo motivo, si può immaginare che la Betavolt possa quantomeno provare a realizzare, con il tempo, anche batterie per automobile di questo tipo.

Batteria atomica per auto elettriche: i dubbi

Prima di poter vedere realmente delle batterie atomiche all’interno delle nostre automobili, i ricercatori dovranno risolvere una serie di problemi che questa tecnologia porta con sé: in particolare dovranno dare certezze per quel che riguarda la sicurezza perché batteria più potenti e più grandi dimensioni rispetto al prototipo presentato dalla Betavolt avrebbero al loro interno una maggiore quantità di materiale radioattivo.

Poi c’è la tutt’altro che secondario questione legata ai costi: la produzione di queste eventuali batterie elettriche potrebbe essere molto dispendiosa e questo porterebbe a un inevitabile aumento del prezzo delle auto in queste baratterie atomiche sono montate. Non resta che attendere e capire come procederà la ricerca scientifica riguardo alle batterie atomiche.