La ricetta di Draghi per essere più competitivi e invertire la tendenza negativa

Mario Draghi ha presentato all'Unione Europea il proprio report per aumentare la competitività e ridurre il gap esistente con Cina e Stati Uniti

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Andrea Piva

giornalista

Torinese, classe 1987, giornalista pubblicista con la voglia di raccontare quello che accade nel mondo e la fortuna di riuscire a farlo. Tra le mie passioni ci sono il cinema, lo sport e tutto ciò che è inerente al mondo dei motori e alle continue evoluzioni tecnologiche (e sostenibili) dei mezzi a quattro e a due ruote.

Pubblicato: 24 Settembre 2024 18:02

La crescita economica dell’Europa passa anche attraverso il processo di transizione verso una società più ecosostenibile: è quanto emerge anche dal report sulla competitività 2024 per l’Unione Europa che è stato presentato da Mario Draghi. L’ex Presidente del Consiglio ha indicato tre aree principali nelle quali intervenire per far in modo che l’Unione Europea riesca a recuperare il gap venutosi a creare con gli Stati Uniti e con la Cina: l’innovazione tecnologica, la decarbonizzazione e la sicurezza internazionale (e i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente non aiutano certo quest’ultimo punto). “In ciascuna area non partiamo da zero. L’Ue dispone ancora di punti di forza generali, come sistemi educativi e sanitari forti e Stati sociali solidi, e di punti di forza specifici su cui costruire. Ma collettivamente non riusciamo a convertire questi punti di forza in industrie produttive e competitive sulla scena mondiale”, ha spiegato Draghi. Queste aree di intervento riguardano anche il settore dell’automotive e il processo verso una mobilità sostenibile che è attualmente in corso.

Aumentare la competitività riducendo l’inquinamento

La decarbonizzazione e il passaggio a energie sostenibili sono fattori fondamentali per aumentare la competitività dell’Unione Europea, per questo motivo è importante una massiccia diffusione di fonti energetiche pulite (e in questo lo sviluppo dell’intelligenza artificiale avrà certamente un ruolo importante).

Nel processo di decarbonizzazione in alcuni settori, come appunto quello dei trasporto in cui passaggio a energie sostenibili si sta rivelando molto più complicato del previsto, secondo Draghi potrà avere un ruolo importante la produzione e l’importazione di idrogeno.

E se l’importazione di idrogeno sarà certamente utile, per abbattere i costi e aumentare la competitività con Stati Uniti e Cina è necessario una radicale diminuzione di importazioni di gas.

Le proposte di Draghi

Al momento i prezzi al dettaglio e all’ingrosso del gas in Europa sono superiori dalle tre alle cinque volte rispetto a Stati Uniti e Cina, questo perché l’Unione Europa dipende in gran parte dalle importazioni. I prezzi del gas, ma anche quelli del carbone, vanno inoltre a incidere anche sui prezzi dell’elettricità.

La soluzione proposta da Draghi è quelli di rafforzare gli acquisti congiunti di gas naturale, stabilendo accordi con partner commerciali affidabili e diversificati, decarbonizzare in maniera progressiva il passaggio all’idrogeno e ai gas versi nelle industrie. E poi andrebbe limitata la possibilità di comportamenti speculativi e migliorata la qualità dei dati e delle previsioni.

Per quanto riguarda l’elettricità, secondo Draghi andrebbero snelliti i processi burocratici per far sì che acceleri la diffusione delle fonti rinnovabili, delle infrastrutture e delle reti. Andrebbero poi promossi gli investimenti per l’aggiornamento della rete e incoraggiata l’autoproduzione. E andrebbe anche promosso il ruolo delle tecnologie di cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio. Ma l’ex Presidente del Consiglio ha consigliato anche di investire per lo sviluppo di un nuovo nucleare.

“Sono necessari almeno 750-800 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi annui, secondo le ultime stime della Commissione, corrispondenti al 4,4-4,7% del Pil dell’Ue nel 2023. Per fare un paragone, gli investimenti del Piano Marshall nel periodo 1948-51 equivalevano all’1-2% del Pil dell’Ue”, ha spiegato Draghi.