Ferrari 512 S: il celebre prototipo da corsa anni 70 della casa di Maranello

La Ferrari 512 S venne costruita dalla casa di Maranello nel 1970. Sia al suo esordio alla 24 Ore di Daytona che nelle gare successive, riuscì ad ottenere ottimi piazzamenti

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Virgilio Motori

Redazione

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La Ferrari 512 S nasce come vettura da competizione nel 1970, per sostituire la Ferrari 312 P. La vettura si presenta con un telaio a semimonoscocca in lega leggera dal caratteristico colore rosso acceso ed un motore V 12 da 4.993,53 cm³, cambio a 5 marce e trazione posteriore. Ha disputato in tutto dieci gare, riportando una vittoria e conquistando per tre volte la pole position. Le vetture avversarie dell’epoca, ed in particolare le velocissime Porsche, non le hanno mai permesso di registrare il giro più veloce.

Destinata al Campionato Mondiale dei Superprototipi la Ferrari 512 S fece il suo esordio alla 24 ore di Daytona. Delle cinque vetture messe in gara dalla scuderia di Maranello, solo quella condotta da Andretti/Merzario/Ickx riuscì ad arrivare al traguardo classificandosi terza. Nella gara successiva, la 12 Ore di Sebring, la casa automobilistica del cavallino rampante decide di iscrivere quattro vetture: tre 512 S Spyder ed una berlinetta. Proprio quest’ultima si aggiudicherà la gara. Le tre vetture in versione Spyder invece non riuscirono a terminare la gara.

Si tratta dell’unica volta che una vettura Ferrari 512 S riesce a salire quell’anno sul primo gradino del podio. Nelle gare successive del Campionato del Mondo Superprototipi 1970 infatti la Ferrari dovrà molto spesso cedere il passo alla velocissima Porsche 908 e 917, considerate vetture più leggere. Il continuo alternarsi di buoni piazzamenti e prestazioni deludenti rappresentava un dilemma per Enzo Ferrari. Da una parte vi erano i vari piloti che sostenevano che si trattasse di un progetto non vincente, mentre dall’altra parte i meccanici ed i tecnici davano la colpa ai piloti.

Per cercare di chiarire di chi fosse veramente la responsabilità Enzo Ferrari volle affidarsi ad un pilota esterno alla scuderia, noto per la sua bravura e la franchezza delle sue opinioni. Convocò così all’Aerautodromo di Monza Tino Brambilla, che confermò la scarsa competitività della Ferrari 512 S. Le migliorie che vennero applicate per aumentarne le prestazioni portarono alla nascita della Ferrari 512 M. Ma neppure le modifiche apportate riuscirono a rendere più competitiva la vettura. La Ferrari 512 M non riuscirà ad aggiudicarsi nessuna gara e, anche in vista del cambio di regolamento previsto per il 1972, il progetto verrà abbandonato per il nuovo modello 312 PB, che riprende cambio e motore dalla precedente Ferrari 312P.