Addio piccola Smart: stop alla produzione

La Smart Fortwo esce di scena: fra poche settimane la piccola vettura da città non verrà più prodotta per lasciare spazio a soli SUV. È la fine di un’era

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Sono pronti a scorrere i titoli di coda sulla Smart Fortwo. La piccola vettura in grado di rivoluzionare la mobilità urbana è sul punto di cessare la sua produzione. Giusto poche settimane le rimangono, fino a marzo 2024, poi sarà il momento di congedarla. Una lacrimuccia ai fan scenderà irrimediabilmente, date le numerose emozioni a lei associate.

Un esperimento riuscito

Nata come costola di Mercedes, la Smart Fortwo ha costituito uno dei progetti più interessanti in circolazione nella mobilità urbana. Addirittura, si limitava ai 2,5 metri nella prima generazione, poi aumentati a 2,7 nella terza. L’ideale nell’affollata giungla urbana, soprattutto nelle ore di punta, dove il traffico complica le manovre.

Trovare un “buco” per parcheggiare era un gioco da ragazzi; perciò, è stata la prima auto di tante ragazze e ragazzi. Fresca, briosa ed energica, rappresentava un modo di esprimere a pieno la propria dirompente personalità. La configurazione “tuttodietro” garantiva agilità e un raggio di sterzata ridotto.

L’ultima generazione

L’ultima generazione era stata lanciata nel 2014, disponibile soltanto in Europa e in Cina, progettata in stretta sinergia con Renault. Non per niente, oltre alla due posti nacquero la Renault Twingo (la cui prima generazione ha festeggiato i 30 anni) e la sorella Smart Forfour a 4 posti.

Invece di continuare con i propulsori diesel, il portafoglio ha riservato uno spazio alle unità benzina, entrambe a 3 cilindri, da 71 e 90 CV. Anche da questa scelta si evince la capacità dell’azienda di precorrere i tempi. Negli anni successivi il gasolio sarebbe stato depennato dal pubblico, ma allora la presa di posizione colse di sorpresa.

Se nei capitoli precedenti l’impronta green era evidente, l’elettrificazione è divenuta di massa con la terza. Una batteria da 17,6 kWh, posizionata tra i due assi, consentiva un’autonomia di circa 160 km. Niente male, soprattutto in rapporto agli standard di allora e per una city car, con quel che ne comportava in termini di rinunce.

Nel 2019, il marchio è stato poi il primo del mondo tradizionale ad annunciare l’abbandono ai motori a combustione, in favore di un corso completamente green. Piani concretizzati l’anno seguente. Da lì in poi non ci sono praticamente più state novità degne di nota nella gamma Smart, pertanto il suo ritiro era prevedibile.

Cambio di programmi

Oggi joint venture tra Mercedes e Geely, l’azienda ha rivisto sensibilmente i suoi piani. Se in passato aveva un animo cittadino, oggi la politica è cambiata, di pari passo con i mutati gusti della clientela. Mentre le vetture di segmento A hanno perso terreno, anche perché meno redditizie, i SUV sono esplosi. Ecco allora che la nuova direzione prevede i SUV #1, da poco arricchita con due nuove versioni, e #3.

Modelli andati forse poco giù ai fan storici, legati a certi principi, ma il mondo di oggi non è uguale a quello di ieri. Vale pure nel comparto delle quattro ruote, dove qualunque brand presenta almeno un veicolo a ruote alte. E la Smart Fortwo? Ci sono delle possibilità di ridarle il benvenuto un giorno o l’altro? Un’erede non è in programma a breve. Magari se ne riparlerà dopo il 2026-2027.