Da Renault a Audi e Volkswagen: è iniziato il lungo addio al diesel?

Entro il 2020 potremmo assistere ad una netta riduzione dei motori con alimentazione a gasolio

Foto di Virgilio Motori

Virgilio Motori

Redazione

Virgilio Motori, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dei Motori: il sito di riferimento del settore che racconta ogni giorno il mondo delle 2 e 4 ruote.

“Le nuove leggi, più rigide, e le metodologie per i test faranno aumentare i costi della tecnologia del diesel, che potrebbe uscire dal mercato”. Pensieri e parole di Thierry Bolloré, responsabile della competitività Renault, che paiono annunciare il lungo addio ai motori a gasolio.

La considerazione del dirigente della Losanga è stata fatta al meeting aziendale della casa francese tenutosi prima della pausa estiva e sarebbe solo una delle tante di questo tono, a dimostrazione di una tendenza che potrebbe davvero veder sparire i classici diesel un un futuro nemmeno troppo lontano.

Non a caso, in Francia, oltre alla Renault, anche Peugeot e Citroen stanno operando nella stessa direzione. Nel segmento A, quello delle citycar, le varie Twingo, 108 e C1 non son più disponibili in gasolio, una tendenza simile sta per investire massicciamente entro il 2020 anche il segmento B (quello di Clio, 208 e c3) e potrebbe toccare perfino alcuni modelli del segmento C (leggasi Megane, 308 e C4, tanto per restare ai modelli francesi), dove spesso i diesel sono i propulsori più apprezzati.

E intanto, da gennaio Renault ha richiamato 15mila vetture a gasolio, per poi adottare da luglio soluzioni specifiche per aumentare l’efficienza dei motori diesel Euro 6b per ridurre le missioni di ossido di azoto in condizioni di guida reale.

A ragionare come le aziende transalpine potrebbe essere con ogni probabilità anche il gruppo Audi-Volkswagen, che ha rischiato di essere travolto dal dieselgate: “Bisogna interrogarsi se ad un certo momento dovremo continuare a investire ancora molte risorse nell’aggiornamento dei motori diesel”, ha spiegato Matthias Müller, amministratore delegato di Volkswagen Group, evidenziando timori comprensibili se si considera che il gruppo tedesco è stato costretto all’implementazione di ben 11 milioni di veicoli a livello mondiale dopo il dieselgate.

Del resto, come spiegato da Bolloré, le nuove normative sui diesel sono decisamente più restrittive rispetto a qualche anno fa e le metodologie per i test faranno aumentare i costi della tecnologia del gasolio.

Dall’altra parte, c’è stata un’indubbia riduzione dei consumi e delle emissioni nei motori benzina, grazie a soluzioni come il ‘downsizing’ – la riduzione di cilindrata con relativo miglioramento delle prestazioni -, e all’utilizzo dell’iniezione diretta. Senza dimenticare i grandi progressi fatti negli ultimi tempi da alimentazioni ‘alternative’, come le ibride che sfruttano gas o elettrico anche su vetture di grandi dimensioni e cilindrata, alimentazioni che potrebbero soppiantare definitivamente il diesel.