Nemmeno il miglior sceneggiatore lo avrebbe scritto un colpo di scena così ben riuscito. A Phoenix, in Arizona, è avvenuto un episodio che ha sollevato parecchi interrogativi sul futuro della guida autonoma e sulla responsabilità in caso di infrazioni. Mentre procedeva contromano, un taxi autonomo Waymo, una Jaguar I-Pace, è stato “colto in flagrante”, mettendo a repentaglio la sicurezza degli altri utenti della strada.
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Il “guidatore fantasma”
L’accaduto ha avuto luogo in un cantiere, dove Waymo ha ignorato la segnaletica e invaso la corsia opposta, per poi attraversare un incrocio con il rosso. Un agente di Polizia, informato dell’illecito, ha subito fermato il mezzo. Tuttavia, la scoperta a cui è andato incontro lo ha lasciato basito: nessuno sedeva al volante!
Che fare? Infliggere una multa era escluso, perciò il poliziotto è rimasto in una situazione di stallo. Secondo i verbali, “non è stato possibile emettere una multa al computer”. Inizialmente restia a rilasciare dichiarazioni, Waymo ha poi spiegato la causa del problema: la Jaguar I-Pace aveva incontrato una “segnaletica di cantiere incoerente” ed è rimasta “bloccata” nella corsia sbagliata per circa 30 secondi. Sui social la scena surreale è diventata presto virale, e risulta facile capirne il motivo.
Non tutti i giorni capita di imbattersi in qualcosa del genere, e ciò ha risvegliato lo spirito ironico degli utenti. In calce alla clip dilagano le battute, accompagnate da emoji sorridenti o intente a ridere a crepapelle. In effetti, è dura restare seri e impassibili, ma un paio di domande sulla guida autonoma e sulle relative implicazioni è doveroso porseli. Negli Stati Uniti la legislazione varia da Stato a Stato, più o meno permissivi. Ad esempio, la California è parecchio aperta al cambiamento e mica solo da pochi anni.
Nel 2015 il governatore del periodo, Jerry Brown, sottoscrisse la “Senate Bill No. 1298”, che legalizzò i test. Lo stesso anno l’Arizona si attrezzò, emanando la cosiddetta Self-Driving Vehicle Law, seguita da ulteriori provvedimenti volti a definire le leggi e i requisiti per le prove e la commercializzazione della tecnologia. Ma permangono delle complessità nella disciplina, variabile in relazione al tipo di veicolo autonomo e dell’utilizzo previsto.
Il precedente
Quanto successo a Phoenix ha dei precedenti, infatti un altro filmato circolato online ritrae un taxi che guida in modo erratico e pericoloso, simile a un conducente ubriaco. Fuori programma del genere evidenziano dei buchi nella normativa da colmare al più presto. Il testo attuale, pensato in base agli automobilisti umani, non è adatto a regolamentare tali tecnologie. In presenza di trasgressioni, chi ne paga le conseguenze? Il veicolo, la compagnia sviluppatrice o il passeggero, qualora sia a bordo?
Una visione comune aiuterebbe a risolvere le falle e scongiurare sul nascere dei fraintendimenti di carattere giuridico. L’incolumità delle persone non può essere compromessa da clamorose “sviste”. Nel Vecchio Continente certi disagi evitano di porsi, perché l’UE fissa dei paletti molto restrittivi. A oggi ammette fino al livello 2 di guida autonoma e, se pensiamo che in totale ve ne sono ben sei, è evidente la volontà di andarci coi piedi di piombo e come dar torto…