Brough Superior SS100: la moto di Lawrence d’Arabia

Brough Superior SS100: la prima superbike della storia e la moto di Lawrence d'Arabia

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Alex Ricci

Divulgatore di motociclismo

Romagnolo classe 1979, scrittore, reporter, divulgatore appassionato di moto, storia, geografia, letteratura, musica. Adora Junger, Kapuściński, Sting e i Depeche Mode.

Chi è stato in visita all’Imperial War Museum di Londra avrà sicuramente visto i molti reperti storici delle guerre che hanno coinvolto il Regno Unito e gli esemplari delle più importanti macchine belliche utilizzate dall’esercito inglese. Chi ha fatto più attenzione o chi nutre una certa passione per la storia non si sarà meravigliato solo del Mark V Tank della Grande Guerra da quasi trenta tonnellate, della fusoliera di un bombardiere Avro Lancaster o dell’Hawker Siddeley Harrier della Royal Navy impiegato nel 1982 nelle Falkland, ma sarà sicuramente stato colpito dalla Brough Superior SS100 appartenuta a Thomas Edward Lawrence, al secolo, Lawrence d’Arabia.

Com’era

Questa bellissima moto è stata progettata a Nottingham da George Brough nel 1924 e messa in vendita dal 1925. Realizzate a mano seguendo gusti e richieste specifiche dei clienti, erano modelli costosi, per cui occorreva sborsare intorno alle 170 sterline dell’epoca. Brough costruiva i telai sui quali venivano impiantati i motori forniti appositamente da altri costruttori e il primo propulsore impiegato dal 1924 era il KTOR della JAP, un bicilindrico a V con doppio albero a camme di 982 cc, mentre dal 1936 in poi venne utilizzato il Matchless modificato con cambio 4-STUD a tre marce Sturmey-Archer. La Brough aveva sviluppato anche la forcella Harley Davidson di cui utilizzava una propria versione che, ad un peso più leggero, abbinava una maggior resistenza. Costruita dalla Castle Fork and Accessorises, rendeva la moto tanto maneggevole, da diventare un punto di forza distintivo delle SS100.

Considerata da una rivista dell’epoca come la Rolls Royce delle motociclette, è stata di fatto la prima superbike della storia, data la sua capacità di raggiungere tranquillamente le 100 miglia orarie e proprio perché ogni acquirente veniva incoraggiato dalla Brough ad esprimersi su eventuali migliorie da apportare, godeva di un continuo sviluppo sulla base delle reali possibilità delle moto di quel periodo. Nel 1928 venne introdotta la sospensione posteriore e nel 1929 il cambio venne perfezionato con una scatola più pesante adatta a sopportare i 50 Cv di potenza che divennero 75 nel 1934 per la versione Alpine Grand Sport. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, l’azienda convertì la produzione in materiale bellico, ma il lavoro profuso negli anni aveva permesso alle SS100 di affermarsi in oltre cinquanta eventi e stabilire ben sette record mondiali. Record delle 130 miglia orarie sul chilometro (1927), 130,6 miglia orarie (1929), 81,08 miglia orarie sul mezzo miglio (1932) e il record di tutti i tempi di 124,51 miglia orarie (1939).

Chi era Lawrence d’Arabia

Archeologo, colonnello della Royal Air Force e agente dei servizi segreti di Sua Maestà britannica, Lawrence è stato uno dei personaggi più importanti e controversi del primo conflitto mondiale e un elemento chiave dello scacchiere mediorientale nella guerra contro l’Impero ottomano. La sua abilità di mediatore militare e il grande rispetto per la cultura araba, lo fecero entrare nelle grazie di re Feysal con cui condusse al successo la rivolta al dominio turco, coltivando il sogno di riunire le tribù in un grande stato arabo.

Deluso dagli esiti della Conferenza per la pace di Parigi nel 1919, decise di ritirarsi a vita privata dimettendosi da ogni carica ufficiale, da consigliere per gli Affari Arabi, rifiutando il titolo di Viceré delle Indie e la prestigiosa croce al valore militare che mai ritirò. Fu proprio in questo periodo di distacco totale dalla vita precedente e dagli anni di servizio che si dedicò alle Brough Superior di cui ne ebbe sette, la prima comprata nel 1925. Si narra quindi che Lawrence d’Arabia fosse un esperto motociclista e che spesso usasse la moto per i suoi spostamenti quotidiani.

L’epilogo avvolto nel mistero

Ormai immerso nella sua vita nel Dorset, nella stesura de “I sette pilastri della saggezza”, il testo autobiografico che racconta dell’epopea mediorientale e nelle motociclette, nel 1935 venne congedato definitivamente dall’esercito, ma proprio quell’anno una tragica fine incontrò Lawrence poco distante da casa. La mattina del 13 maggio, di ritorno dall’ufficio postale dove era stato per spedire un telegramma, percorrendo la strada del ritorno in sella alla sua SS100, trovò la morte in un incidente ancora avvolto da un alone di mistero.

Le fonti ufficiali dicono che uscì di strada in velocità nell’intento di evitare due ragazzini in bicicletta comparsi all’improvviso sul suo percorso. Altre testimonianze parlano di un’auto nera che pare abbia disturbato il motociclista facendogli perdere il controllo del mezzo mentre affrontava a tutta velocità un dosso che conosceva bene. L’atmosfera sospesa, tra fatalità e ipotesi di complotto, suscita ancora dubbi sulla vicenda e il congedo avvenuto poco prima del fatto è una grossa coincidenza, ma è meglio ricordare il grande Lawrence d’Arabia come un vero motociclista, un personaggio straordinario appartenente alla storia, ma anche al popolo di motociclisti, che arricchisce con la sua romanzesca figura.

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