La storia speciale di Outlaw Archive, i club motociclistici fuorilegge californiani

Se vi piace guidare le moto con il vento in faccia, i piedi in avanti e il sorriso stampato, seguire Outlaw Archive su Instagram è il minimo che potete fare.

Foto di Carlo Portioli

Carlo Portioli

Esperto moto e cultura custom

Le moto e la musica, mia moglie e gli amici, la birra e le chiacchere ma più di tutto amo cercare di capire. Le mie opinioni sono espresse dall'alto di niente.

Questa è una storia unica che merita di essere raccontata. Questa è la storia di Outlaw Archive, la più grande collezione di oggetti, documenti e fotografie sui club motociclistici fuorilegge del Sud della California (SoCal) negli anni ’50 e ’60, gli anni d’oro in cui i gruppi MC 1%er erano parte attiva in quella scena culturale americana che per tante decadi a venire avrebbe ispirato il modo di vivere e di pensare dei giovani di tutto il mondo.

Ma cominciamo dall’inizio

Bo Bushnell era un ragazzino californiano attivo sulla scena skate-punk dei primi anni 2000. La sua attitudine al collezionismo lo spinge prima a cercare foto degli anni ’70 di gang di strada come i Crips e poi nel 2013 a imbattersi in una collezione di foto degli Straight Satans, gruppo MC di Venice Beach.

Quelle immagini sbiadite dei membri originali del club e delle loro motociclette accendono in Bo il desiderio di collegare nomi e volti riemersi per caso dalle nebbie del tempo alle loro storie. Inizia così una caccia metodica al materiale dei membri degli anni ’50 e ’60 di gruppi come i Galoppin Goose, Coffin Cheaters, Straight Satans, Satans Slaves, Road Regents e ovviamente Hells Angels. Ricerche complicate, che cominciano senza contatti e senza un’idea precisa di come fare.

Bo, mosso da quella che presto diventa un’ossessione, comincia, come farebbe chiunque, dalle persone che conosce. Tramite passaparola arriva a fare oltre duemila telefonate fino a mettersi sulla pista giusta. Il primo ad accettare un incontro è Droopy, un membro degli Straight Satans con un tumore allo stadio terminale. Dopo nove mesi di incontri con frequenza quasi giornaliera Bo raccoglie la sua storia, la stretta amicizia di Droopy con Charles Manson e la frequentazione da parte del club del ranch della Manson Family. È solo l’inizio del lungo viaggio di Bo Bushnell fatto di telefonate, incontri, storie e oggetti ottenuti o acquistati dai diretti testimoni e dagli eredi. Un mosaico che si compone faticosamente tassello per tassello.

Insanity, Obsession

Negli anni l’archivio si riempie progressivamente di album fotografici spesso provenienti dalle donne, che all’epoca potevano essere membri effettivi e perfino indossare i colori dei club, di giubbotti originali con le patch, articoli di giornale, documenti legali come denunce o arresti, di testimonianze video uniche come le interviste a SoCal Ray con le sue storie di eventi vissuti in prima persona nei primi anni 60 o Dick White che racconta la nascita degli Hells Angels nel 1951, di lettere private tra membri (una certifica la vendita di una donna per 40 cents da parte di uno dei Satan Slaves al Hells Angel Terry The Tramp) e di un’enorme quantità di oggetti unici come accendini intarsiati o Courtesy Cards (biglietti da visita che i membri lasciavano agli altri motociclisti che soccorrevano lungo la strada, oppure dopo una rissa).

Oggetti, memorabilia ma più di tutto è la ricchezza delle testimonianze raccolte a costituire il valore dell’archivio. Storie dell’epoca d’oro delle bande motociclistiche fuorilegge, di traffici oltre confine, di corse in moto lungo le highway e di un modo di vivere libero e selvaggio, fuori dalle regole della società, che da oltre settant’anni affascina tante persone.

Grazie all’enorme quantità di immagini acquistate, Bo decide di autoprodurre un libro che intitola “Halfway to Berdoo”, perché le 70 foto scattate tra il ’61 e il 65′ fanno parte della collezione privata di Mother Ruthe, che nel suo locale a metà strada tra Venice Beach e San Bernardino accoglieva i membri di tutti i club che si muovevano lungo quella strada.

outlaw archive

La collezione, su cui è in corso un complesso lavoro di catalogazione e archiviazione ora supportato da due professionisti, veniva tenuta inizialmente in 4 casseforti. Oggi è conservata a Los Angeles in un caveau protetto da numerosi sistemi di allarme insieme ad alcuni chopper appartenuti ai membri originali dei club.

Questo archivio unico al mondo si chiama RICO (Research Into Contemporary Outlaws) ed è semplicemente il frutto di un’ossessione che da anni spinge Bo e ora anche il suo socio Paul Zuckerman a dedicare i propri soldi e il proprio tempo a un complesso lavoro di ricerca, senza un obiettivo preciso che non sia quello di raccogliere più materiale originale possibile.

Non è fisicamente accessibile al pubblico e il lavoro non è fatto per alcun ente o istituzione che abbia interesse a trasformare tutto questo in un’esposizione o museo. L’unico modo per avere accesso al prezioso archivio è seguire l’account Instagram “Outlaw Archive” che offre agli appassionati una vista affascinante sul quel periodo e quei personaggi che hanno gettato le fondamenta dello stile di vita biker. Chi chiede a Bo quale sia la ragione per cui ha intrapreso questo lungo e complicato viaggio si sente rispondere due parole: Insanity, Obsession.

Outlaw Archive su Instagram

Da questa storia unica nasce l’archivio più importante sulle origini dei gruppi motociclistici fuorilegge californiani. Un valore inestimabile perchè raccoglie i pezzi unici che testimoniano le radici di una componente importante della cultura popolare americana. Bisogna ringraziare chi si è impegnato a fondo in un’opera così complessa (e immaginiamo dispendiosa) di reperimento e archiviazione di materiali che altrimenti sarebbero andati persi per sempre. Se vi piace guidare le moto con il vento in faccia, i piedi in avanti e il sorriso stampato, seguire Outlaw Archive su Instagram è il minimo che potete fare.