Test MV Agusta Rivale 800, una super-moto senza limiti. Foto

Una moto per palati fini, che vuole essere guidata tutti i giorni. In concessionaria a 12.690 euro

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Redazione

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La nuova MV Agusta Rivale 800 ha un nome che da solo già chiarisce le intenzioni della Casa varesina: non solo vuole portare l’MV nel settore delle maxi motard, ma farlo con l’intento di primeggiare sulle avversarie.

La moto ha le carte in regola per avere successo: stile affascinante tipico di una MV e carattere da professionista delle curve che piacerà a chi cerca una moto da guidare sportivamente.

Il segmento di mercato in cui la moto si inserisce è già occupato da Aprilia Dorsoduro, Ducati Hypermotard, KTM 990 SM R e anche la Yamaha MT-09.

La moto è già disponibile nelle concessionarie MV Agusta a 12.690 euro in tre colori: grigio avio metallizzato opaco, nero metallizzato e nel classico abbinamento rosso/argento delle livree MV Agusta.

La MV Agusta Rivale 800 è costruita sulla nuova piattaforma modulare che la casa varesina ha inaugurato due anni fa con i modelli F3 e Brutale.

Molte parti sono in comune con la Brutale 800, tra cui il telaio a traliccio in acciaio e il forcellone monobraccio.

Cambiano le sospensioni, completamente regolabili, che mantengono il marchio di fornitura che è Marzocchi per la forcella e Sachs per l’ammortizzatore, ma hanno 25 mm di corsa in più all’anteriore e 5 mm in più al posteriore.

I cerchi ruota sono gli stessi a cinque razze sdoppiate montati sulla Brutale e anche i dischi freno sono i medesimi, mentre le pinze sono le nuove Brembo M4.32.

L’ABS non è ancora disponibile ma lo sarà entro il primo semestre 2014.

Il motore è lo stesso che viene montato sulla Brutale 800, un tre cilindri bialbero dodici valvole con albero che ruota all’indietro progettato con l’obiettivo di contenere il peso (solo 52 kg) e le dimensioni.

Le differenze rispetto alla Brutale riguardano diversi collettori di scarico e airbox di nuovo disegno.

La potenza erogata è di 125 cavalli a 12.000 giri/min con un valore di coppia massima di 84 Nm a 8.600 giri/min. L’equipaggiamento elettronico è basato sulla piattaforma MVICS (Motor & Vehicle Integrated Control System), un sistema che integra sia il controllo motore che il traction control e il cambio elettroassistito.

La dotazione di serie prevede tre mappature motore: Rain, Normal e Sport più una quarta, definita ”Custom” che permette di variare a piacimento le caratteristiche di erogazione.

Basta salire in sella alla Rivale per capire che la moto non è fatta per andare a passeggio: la sella è  abbastanza alta da terra (881 mm) e il manubrio è basso e largo.

La forma della seduta spinge il corpo del pilota verso l’avantreno, in modo da caricare la ruota anteriore e quindi il comfort che ne deriva non è certo dei migliori.

L’ergonomia dei comandi è buona, anche se gli specchietti non aiutano nel traffico e il ridotto angolo di sterzo non facilita le inversioni. La strumentazione è compatta e completa di tutte le informazioni necessarie, anche se la leggibilità del contagiri è migliorabile.

Iniziamo il test con la mappa Rain addolcisce molto l’erogazione, ma su strade asciutte ha poca ragione di esistere e passiamo subito all’impostazione Normal con la quale il motore acquista la grinta che lo contraddistingue e l’erogazione si fa subito più piacevole, ma resta sempre un certo ritardo del ride by wire.

Con la mappa Sport, invece, si scopre il vero carattere del tre cilindri italiano, pigro fino a 4.000 giri/min, mostra una prima entrata in coppia che lo spinge a 8.000 giri/min quando dà il meglio di sé raggiungendo in un attimo il regime di potenza massima a 12.000 giri.

Su strada la Rivale ribadisce, non si chiama così per caso: non ama la guida leggera in punta di piedi, ma vuole essere presa per le corna stringendo il manubrio tra le mani e facendole capire chi è che comanda.

Tenendo il motore costantemente su di giri la Rivale cambia istantaneamente sfoderando una maneggevolezza incredibile che permette di saltare da una piega all’altra nel misto stretto in un istante.

La fase di percorrenza di curva è simile a quella di una naked, e la forma della sella permette di arretrare per distribuire il peso e prepararsi all’uscita di curva.

Il grip in accelerazione è ottimo e solo esagerando si fa lavorare il controllo di trazione. In rettilineo le sospensioni incassano bene buche e avvallamenti e solo i piloti più pesanti sentiranno la necessità di frenare un po’ i registri dell’idraulica.

Al crescere del ritmo la Rivale diventa precisa come un rasoio e reattiva come una sportiva. In staccata si può far affidamento alla grande potenza messa in campo dalle nuove Brembo anteriori,  a cui affiancare con estrema facilità delle coreografiche derapate del posteriore.

Gli unici difetti della moto appaiono proprio in staccata: la mancanza della frizione antisaltellamento e la scarsa modulabilità della pompa freno.

(a cura di OmniMoto.it)