Ducati ha tagliato il traguardo delle 400 vittorie in Superbike

Modelli, piloti e piste che hanno contribuito a questo record di Ducati.

Foto di Alex Ricci

Alex Ricci

Divulgatore di motociclismo

Romagnolo classe 1979, scrittore, reporter, divulgatore appassionato di moto, storia, geografia, letteratura, musica. Adora Junger, Kapuściński, Sting e i Depeche Mode.

Assen, sono le 14:40 del 23 aprile 2023 e Àlvaro Bautista ha appena tagliato il traguardo di Gara 2 del Gran Premio d’Olanda, registrando il successo numero quattrocento di Ducati nel WorldSBK.

Sin dagli albori del mondiale per derivate di serie, Ducati è stata un riferimento per la categoria, con annate da prima della classe e così tante vittorie e stagioni memorabili da far scordare anche i periodi meno fortunati.

Quattrocento vittorie non sono uno scherzo, ma una cifra di tutto rispetto che abbiamo iniziato a contare al primo storico weekend di Donington Park del 1988, sempre in aprile (era il 3), in cui un certo Marco Lucchinelli vinse la seconda manche della domenica davanti al futuro primo campione del mondo Superbike Fred Merkel, distaccato di oltre nove secondi. La moto di Lucchinelli era una meravigliosa 851 dalla livrea tutta rossa, il primo modello di una lunga serie di bicilindriche vincenti che nelle versioni 888-916/999/998-999-1098/1198 hanno messo insieme 313 successi, prima di passare alla Panigale 1198 V2 che non ha mai vinto il titolo e all’odierna Panigale V4, che detengono il momentaneo attivo di 87 vittorie. Un bottino complessivo di diciotto titoli per marca.

Contribuendo in gran parte a scrivere la storia del campionato per derivate di serie, Ducati si è avvalsa di alcuni dei più forti interpreti della categoria e oltre ad Àlvaro, campione in carica, primo assoluto con una quattro cilindri che non sembra avere intenzione di staccare l’ “1” dalla carena, ci sono stati numeri uno assoluti iridati come Carl Fogarty e Troy Bayliss, capaci di infiammare il popolo rosso con imprese epiche.

Scorrendo la lista dei laureati campioni in sella alle moto di Borgo Panigale, troviamo i nomi di altri “assi” tra cui Doug Polen, Roymond Roche, Troy Corser, Neil Hodgson, James Toseland, Carlos Checa, tutti campioni del mondo a cui si aggiungono, Giancarlo Falappa, John Kocinski, Ben Bostrom, Antony Gobert, Pierfrancesco Chili, Ruben Xaus, Noriyuki Haga, Lorenzo Lanzi, James Witham, John Reynolds, Michel Fabrizio, Chaz Davies, Shane Byrne, Marco Lucchiari, Marco Melandri, Règis Laconi, Sylvain Guintoli, Garry McCoy, Stphane Mertens, Andy Meklau, Scott Redding, Michael Ruben Rinaldi vincitori insieme a Lucchinelli, di almeno una corsa.

Dominando a tutte le latitudini, Ducati è salita sul primo gradino del podio in ventiquattro paesi, per quasi la totalità delle nazioni ospitanti il WorldSBK (non ha mai vinto in Turchia) e oltre all’Italia ci sono Svezia, Olanda, Spagna, USA, Gran Bretagna, Thailandia, Indonesia, Australia, Germania, Portogallo, Ungheria, Malesia, Sudafrica, Qatar, Nuova Zelanda, Francia, Russia, Giappone, Belgio, Austria, Argentina, Canada e Rep. Ceca.

Quindici titoli piloti e diciotto costruttori sono un bottino importante che rende Ducati il riferimento della classe. La conquista del titolo in Moto GP 2022 da parte di Francesco Bagnaia è certamente uno dei successi più agognati di sempre, inseguito dal 2007, anno del trionfo di Casey Stoner, ma dal 2003 a oggi, solo due sono gli allori del Motomondiale. Questo perché da sempre Ducati è sinonimo di sportività per moto di produzione per la quale detiene non solo la più importante esperienza di corse, ma anche il maggior interesse storico rispetto alle concorrenti. Un “banco prova” di riferimento mai disertato in trentacinque anni di istituzione.