Tutto è cominciato esattamente dove era finito. Max Verstappen e la Red Bull sono saliti sul gradino più alto del podio già in quel di Sakhir, in occasione del GP Bahrain, prima gara del Mondiale 2024 di F1. C’è chi ci ha sperato nel corso dell’inverno, chi sognava che, per qualche malsano motivo, la Red Bull potesse perdere la sua supremazia. L’olandese continua a volare con la sua RB20 ma i fatti dicono che la Ferrari si è avvicinata a livello prestazionale e potrebbe giocarsela, almeno con la Red Bull di Sergio Perez. Verstappen è inarrivabile per tutti ma nessuno, nel corso della pausa invernale poteva seriamente pensare che il Cavallino Rampante riuscisse a mettere sistematicamente le ruote davanti al pilota olandese.
Se la Ferrari ha buoni motivi per sorridere, nonostante l’intoppo tecnico ai freni di Leclerc, per Lewis Hamilton è un esordio stagionale da dimenticare. Manca ancora un anno all’approdo dell’inglese a Maranello, ma sarà mica che la maledizione che colpisce i campioni del Mondo che decidono di correre per il Cavallino Rampante stia già facendo il suo corso? Ma bando alle ciance e passiamo ai fatti: i top e flop del GP Bahrain di F1.
Indice
TOP
Max Verstappen
Ma una domanda: siamo davvero sicuri che sia iniziato il Mondiale 2024 di F1, oppure siamo ancora nel 2023? Il campionato è iniziato esattamente come è terminato. Sono passati solo tre mesi dall’ultimo GP. A vincere fu Max Verstappen sulla sua Red Bull e il 2 marzo 2024, in occasione della prima gara della nuova stagione, il pilota che è salito, ancora, sul gradino più alto del podio è sempre Max Verstappen. L’illusione è durata appena il tempo delle sessioni libere.
Alla faccia di chi, nonostante partissero da favoriti, aveva lasciato intuire che il gap tra la Red Bull e i diretti avversari si fosse assottigliato, e di parecchio. L’olandese ha voluto smentire le malelingue: scatta dalla pole position, al via si comporta bene e non si fa sopravanzare da Leclerc che gli partiva affianco, gestisce tutta la corsa e trionfa con ventidue secondi di vantaggio su Sergio Perez, che ha chiuso la corsa alle sue spalle.
Nonostante, proprio nei giorni scorsi, si sia lamentato in più di un’occasione per il comportamento della monoposto in determinate situazioni, Verstappen inaugura il campionato di F1 con il quinto Grand Chelem della sua carriera, ottava vittoria consecutiva. I suoi avversari lo rivedono solo dopo la bandiera a scacchi. Un segnale inequivocabile lanciato alla concorrenza che nel giro di pochissime gare potrebbe trasformarsi in una terribile sentenza per tutti gli altri. Probabilmente Max ha già prenotato il titolo 2024.
Carlos Sainz
Alla faccia di chi ha lasciato intuire che, a causa della notizia della sua sostituzione in Ferrari con Hamilton, Sainz avrebbe corso col freno a mano tirato. Il pilota spagnolo del Cavallino Rampante è ancora in cerca di un sedile per il 2025 e, quindi, ha tutte le motivazioni necessarie per fare bene. Anche se questo potrebbe significare mettere in ombra il suo compagno di box.
Il suo futuro dipende da quello che riuscirà a mettere assieme in questo 2024. E la sua stagione non poteva cominciare in modo migliore. Nonostante gli ottimi risultati ottenuti nelle prove libere, il madrileño fatica più del necessario in qualifica ma si rimette sui binari giusti in gara, sebbene allo start si sia fatto superare da Perez.
Sainz è il protagonista assoluto del GP Bahrain e il doppio sorpasso a Leclerc, più che una semplice azione di pista, vuole essere un chiaro segno indirizzato alla Ferrari. Sainz ha colto il primo e importante podio dell’anno. Per la classifica, per sé stesso e per il suo morale. Questo terzo posto di Carlos è diventato il revenge dress dello spagnolo nei confronti della Ferrari. Esattamente come Lady Diana, nel 1994, in occasione della separazione dall’allora principe ereditario Carlo, si presentò in pubblico fasciata da un miniabito nero con una profonda scollatura, lontano dallo stile solitamente riservato della principessa (un po’ come a dire, “guarda che ti sei perso”), allo stesso modo anche Sainz ha voluto dire alla Rossa “guardate un po’ a Maranello chi vi siete fatti scappare”. Ps. Lo Smooth Operator ha anche girato su tempi simili a quelli di Sergio Perez, giusto per dire.
Sergio Perez
Tho chi si rivede! Che il “Checo” di un tempo sia tornato? Dimenticatevi l’imbarazzante Sergio Perez visto in pista nel 2023. Il messicano è il lato umano della Red Bull. Si porta a casa un podio (strameritato!) in una corsa che lo ha visto protagonista fin dalla partenza. Allo start Perez supera subito Sainz, fa il suo nonostante con la strategia la squadra non lo aiuti più di tanto. In un secondo tempo supera anche Leclerc e poi Russell, arenandosi in seconda posizione e resistendo alla pressione di Sainz.
Tutto sommato la sua gara di Sakhir può essere archiviata come una buona prova. Di più non poteva fare perché, a parità di vettura, la superiorità di Verstappen nei confronti di Perez è inesorabile. Una cosa vuole la Red Bull dal messicano. Perez non deve vincere, deve semplicemente arrivare davanti agli altri e ce l’ha fatta. Se dovesse confermare questo rendimento anche per le prossime gare, ci scommettiamo, si conquisterà il rinnovo contrattuale per il 2025.
FLOP
Alpine
Sembrano essere passati decenni da quel 1 agosto 2021 quando Esteban Ocon, con la sua Alpine, riuscì a vincere il GP Ungheria di F1. No. Da quel momento sono trascorse appena tre stagioni. Passare da costruttore che vuole arrivare a giocarsela coi migliori per le posizioni che contano ad avere la vettura peggiore della griglia non deve essere bello. Per nessuno. Tanto meno per l’Alpine (o per meglio dire… per Renault) che ha impiegato ingenti somme di denaro per provare a tornare a vincere nella massima serie automobilistica.
Non si può scrivere niente di positivo in questo caso. l’A524 è veramente la peggior monoposto del lotto: sovrappeso, motore, instabilità. Queste sono solo le problematiche principali. Non si salva niente della vettura francese. Inferiore anche alla Haas che, nei test pre-campionato in Bahrain, sembrava essersi guadagnata il titolo di fanalino di coda della griglia. Gasly e Ocon provano a metterci del loro per portare a casa qualche motivo per poter sorridere. Ma non ce la fanno. Faticano perfino a tenere la vettura in pista e chiudono in 17esima e 18esima posizione. Un risultato inaccettabile per la Renault che, si vocifera, abbia già fatto saltare le prime teste. Secondo un’indiscrezione dei colleghi di The Race, il direttore tecnico di Alpine, Matt Harman, e il capo dell’aerodinamica, Dirk de Beer, si sarebbero dimessi dal loro ruolo. A Enstone l’acqua arriva già ad altezza gola. E non per colpa della pioggia.
Lewis Hamilton
Se a Sainz il licenziamento anticipato da parte della Ferrari sembra aver, persino, giovato, l’annuncio dell’arrivo di Lewis Hamilton a Maranello non ha generato lo stesso effetto nel pilota inglese. L’ultimo esordio stagionale in Mercedes del britannico è il più disastroso della sua carriera. Fin dal venerdì, Hamilton non ha mostrato di avere il giusto feeling con la sua W15, tanto da finire costantemente alle spalle di Russell. La condizione si è ripresentata in qualifica dove Hamilton non riesce ad andare oltre la nona posizione.
Bisogna dire che l’inglese ci ha provato in tutti i modi a dare una svolta a questo fine settimana, magari col desiderio di portarsi a casa una signora gara. Lui, specialista delle rimonte, questa volta non tira fuori il coniglio dal cappello e chiude in settima posizione. Unico momento di gloria dell’intera corsa: il bel sorpasso, effettuato al decimo giro, all’avversario di sempre, Fernando Alonso. La Mercedes è la terza forza del campionato, ok, ma questo non può essere un alibi per un pilota che è un sette volte Campione del Mondo di F1.
Nico Hulkenberg
Era tutto cominciato nel modo migliore per il pilota tedesco. La sua Haas, che nei test era stata additata come fanalino di coda della griglia, in occasione della prima qualifica della stagione regala a Hulkenberg una promettente decima posizione. E invece, allo start, sono bastatati davvero pochissimi metri al tedesco per gettare nelle ortiche la propria gara. Hulk scatta malissimo, viene risucchiato dal gruppo e, a causa di un contatto con l’Aston Martin di Stroll finisce in fondo allo schieramento. Un peccato per il tedesco se andiamo a vedere la gara del suo compagno di squadra (Magnussen ndr) che ha chiuso in dodicesima posizione. Si rifarà.