F1, GP del Canada: Ferrari affonda, doppio KO tecnico

Ferrari si ritira con entrambe le vetture in Canada. Noie al motore, strategia scellerata e tamponamenti vari

Foto di Zander Arcari

Zander Arcari

Analista specializzato di Formula 1

In pista per la prima volta all'età di 7 anni, Zander Arcari ha sempre amato la massima categoria del motorsport. Da circa 10 anni è un analista specializzato di Formula 1, per Virgilio Motori racconta le complesse sfide legate al mondo della Formula 1.

Disastro! Il resoconto sulla Ferrari in Canada inizia con questa parola. Prima di gettarci nell’analisi del nono round del mondiale 2024, un piccolo passo indietro. Il sabato della rossa ha messo in luce un chiaro problema. Ci riferiamo all’incapacità della scuderia italiana nel gestire a dovere le gomme. Urge un po’ di chiarezza su questa tematica. Le questioni che si muovo dietro al rendimento degli pneumatici non sono una scienza esatta e risultano estremamente complicate da studiare, simulare e mettere in pratica. Esistono diverse e strette relazioni tra i cambiamenti di setup e l’attivazione delle mescole, specie quando si parla di pochi gradi di differenza.

compound si scaldano e si raffreddano continuamente durante l’arco di una tornata, in cui di fatto affrontano un ciclo termico importante. La disparità tra una buona e una mancata attivazione dipende dalla percentuale del tempo sul giro, in cui si riesce a mantenere le quattro gomme il più vicino possibile alla temperatura ideale. Non è certo un caso che Vasseur al termine delle qualifiche abbia parlato proprio di pressioni, poiché il loro rapporto con la temperatura è alquanto diretto. Non riuscire a stabilizzare i gradi centigradi immessi all’interno della carcassa, di riflesso crea un andamento prestazionale molto altalenante che limita la corretta “pressione target” durante il giro.

Di conseguenza, il valore della contact patch che il compound esercita sull’asfalto non è sufficiente. Al contrario, se la working range dello pneumatico risulta adeguata e si ottengono pressioni target effettive, in automatico si può sfruttare un’area maggiore di contatto a terra dello pneumatico. Ergo il livello di aderenza è ottimale e la prestazione prende corpo. Ferrari ha peccato sotto questo aspetto. La colpa dello scarso rendimento in qualifica, per circa l’80% è attribuibile proprio all’amministrazione carente delle gomme. Infine dobbiamo sostenere che l’assetto non ha aiutato, in quanto il rear-end della rossa non aveva abbastanza carico, a quanto pare.

F1, Ferrari si ritira con ambedue le SF-24: affidabilità, errori di guida

La pioggia non da tregua a Montreal. Le condizioni meteorologiche nelle ore che anticipano la corsa sono pessime. Tanta pioggia che allaga nuovamente il tracciato. Lo stato dell’asfalto non è certo dei migliori, ma l’evento prende il via secondo la tabellina di marcia. Durante le primissime fasi la visibilità è parecchio scarsa. L’onda d’acqua sparata in alto dai diffusori delle vetture è folta, aspetto che rende prudenti i ferraristi. Charles parte bene e supera due avversari, Sainz male perde due posizioni. Messi da parte una decina di passaggi la pista lentamente ad asciugarsi, mentre la vettura numero 16 ha qualche problema.

In radio lo rende noto Leclerc. Chiede lumi il ferrarista, aiutato dal muretto per cercare di risolvere il guaio alla power unit. Per questo nei giri successivi arrivano una pletora di comandi relativi al motore. Ci riferiamo ai così detti “driver default”, stringhe alfanumeriche che cercano di risolvere il problema. Sebbene i provvedimenti siano davvero tanti le cose non cambiano. Prova ne è il rendimento sottotono del propulsore 066/12 della Ferrari che, sommando i rilievi cronometrici sulle rette, perde circa mezzo secondo, per ogni tornata, sulla concorrenza. Charles si mostra irrequieto e Bozzi, suoi ingegnere di pista, cerca in tutti i modi di rassicurarlo.

Nel frattempo Sainz non se la passa meglio. Il madrileño è invischiato in una lotta nelle retrovie, alle spalle del compagno, dove arriva un primo contatto per fortuna innocuo. Sebbene la vettura non soffre danni, il suo ritmo non è sufficiente per risalire in classifica. Anche in questo caso la SF-24 non usa correttamente le gomme e sulle rette non ha abbastanza velocità di punta, senza l’utilizzo del DRS, inibito dalle “wet condition“. Charles nel mentre inizia a soffrire parecchio benché in teoria, il muretto box, gli avesse comunicato che l’errore sulla PU era risolto. Non era affatto così, in quanto diversi competitor lo “sverniciano”. Quando era il turno di Carlos ad attaccare il compagno arriva il colpo di scena.

Carlos Sainz - Ferrari SF-24
Fonte: Ferrari Media Center
Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) a bordo della sua SF-24 – GP Canada 2024

Zhou tanto per cambiare perde la vettura e finisce contro le barriere, entra la Safety Car e, dopo un passaggio di riflessione sulla strategia, la maggioranza delle monoposto effettua la sosta. La pista non è ancora asciutta, pertanto si parla sempre di gomme intermedie. Realizzato il cambio mescole Ferrari non mostra nessun miglioramento. Performance non all’altezza. Così, mentre il crossover tra i compound da bagnato e quelli slick si avvicinava, il team di Maranello cerca il colpo di fortuna. L’idea è quella di passare appunto alle gomme da asciutto prima degli opponenti. Un effetto sorpresa che in teoria doveva portare benefici. Charles entra ai box, sceglie le Hard e torna a calcare l’asfalto canadese. Il grip con lo pneumatico più duro del lotto è davvero ridicolo.

La SF-24 del monegasco non sta in pista, Leclerc lo fa presente e chiede nuovamente il pit-stop per tornare alle Pirelli a banda verde. Bozzi si oppone e gli consiglia di resistere qualche passaggio, sino a quando la situazione si stabilizzerà e l’aderenza delle Hard inizierà a fare presenza. Tale contesto però non esiste, ancora troppo bagnato l’asfalto. Per questo arriva l’ulteriore sosta per rimettere le Intermediate. Ai box si tarda più del dovuto, in quanto i tecnici della Ferrari fanno realizzare a Charles un power cycle: riavvio del sistema che in teoria poteva cancellare l’errore nel software e permettere alla power unit di tornare in piene forze.

Il provvedimento funziona, peccato che la posizione di Leclerc in pista era l’ultima e di li a poco ha dovuto subire pure l’onta del doppiaggio. Ma non finisce qui. Mentre Charles era impegnato in questo “caos competitivo”, Carlos è arrivato nuovamente al contatto perdendo l’endplate lato destro dell’ala anteriore. Le cose si aggravano per l’iberico che continua a navigare nell’anonimità. Come se non bastasse, dopo l’ultimo cambio gomme per passare alle Medium che sembravano poter dare una scossa alla sua corsa, supera Albon brillantemente mai poi perde la vettura nella prima chicane del T2, va in testacoda e viene speronato dallo stesso pilota tailandese.

Il risultato è amaro come quello del compagno che si era ritirato qualche tornata prima. Come per Leclerc anche per lui arriva il KO, in quanto la sua ala posteriore è stata danneggiata. In conclusione di questo triste racconto un brevissimo punto tecnico della domenicaFerrari mostra una scarsa affidabilità, non sa gestire le gomme, idem per la strategia e con Sainz commette errori alla guida. Archiviare in fretta questo Gran Premio è la cosa migliore. Nel farlo gli uomini della rossa dovranno pesare che invece di essere il punto di svolta tanto atteso del campionato, il Canada ha fatto tornare sul pianta terra la storica Ferrari.