Ferrari vince il Gran Premio di Monaco. Lo fa con Leclerc che dopo diversi tentativi andati a vuoto nelle scorse annate, finalmente centra l’anelito tanto bramato. Un trionfo che per lui ha un sapore speciale. Il monegasco sognava sin dalla tenera età questo successo, quando muoveva i primi passi della sua carriera. Riuscirci vestito di rosso è la ciliegina sulla torta, in quanto Charles è ferrarista purosangue dalla nascita. Nel team radio finale, quando il suo ingegnere di pista Bryan Bozzi gli conferma la prima posizione, Leclerc urla, impreca e piange. Emozione unica, ricordo indelebile per tutta quanta la vita.
Il primo ringraziamento va al padre che non c’è più, supporto fondamentale per la carriera di Carletto. Seguono gratitudine e riconoscenza verso il Cavallino Rampante e tutte le persone che hanno contribuito a questo storico trionfo. La festa questa sera sarà di quelle indimenticabili, come è giusto che sia. Con lui sul podio l’australiano Oscar Piastri della McLaren che nulla ha potuto contro Leclerc. Terzo gradino del podio per Carlos Sainz. Lo spagnolo si definisce super felice di aver partecipato a questa festa e nel giorno che Charles viene incoronato Re di Monaco, l’iberico lo applaude. Raggiante come non mai, il sempre ilare Frederic Vasseur festeggia con i suoi ragazzi.
F1, Ferrari vince a Monaco grazie al sabato eccezionale
Monte Carlo non è una corsa qualunque. Parliamo di una pista dove sorpassare nell’arco della gara è praticamente impossibile. Proprio per questa ragione il sabato monegasco assume un aspetto fondamentale. Ferrari si è preparata alla perfezione. Lo studio mirato al simulatore driver-in-the-loop in avvicinamento al fine settimana, ha fornito tutti gli elementi per mettere a punto al meglio la SF-24 EVO. Una vettura che deve ancora sbloccare parte della performance in relazione ai recenti aggiornamenti. I “due Carlo” hanno interpretato molto bene le prove libere, trovando il setup che potesse fornire l’handling più fattuale, necessario per avere la giusta confidenza con la vettura.
Sotto questo aspetto Leclerc ha mostrato una marcia in più. Sin dalla prima sgambata del venerdì, infatti, la voglia di fare bene a casa sua gli ha fornito un extra boost mentale non indifferente. Charles è stato molto bravo a gestire la pressione, perché quando tutti si aspettano da te la vittoria è parecchio facile andare in difficoltà. Il monegasco non è parso sciolto come al solito nel weekend di gara, proprio perché la sua concentrazione era massima. Nelle Fp3, dopo il fine tuning nelle ultime libere, si era capito che questa poteva essere la volta buona. Rispetto a Carlos Sainz la sua guida rasentava la perfezione.
In altre parole, era un po’ come se la modalità qualifica fosse già inserita dalle prime libere. All’interno di tale contesto competitivo Charles ha lavorato parecchio, su ogni singola curva, per ottimizzare il rendimento della SF-24 EVO, tenendo presente punti forti e deboli dell’auto italiana. Lo ha fatto con il supporto di Bryan Bozzi che, non ce ne voglia Xavi Marcos, in due soli fine settimana ha dimostrato una grande preparazione, freddezza e intesa perfetta con il suo pilota. Un supporto vitale in questa F1 moderna, dove l’ingegnere “istruisce” il pilota, fornendo una marea di dettagli per migliorare il suo rendimento in pista. Intuizione di Frederic Vasseur che, ancora una volta, ci ha visto giusto dando forma ad una coppia potenzialmente micidiale.
Ferrari vince facile tenendo a bada le due McLaren
Il Gran Premio di Monaco edizione 2024 non entrerà negli annali per l’azione in pista. Il colpo di scena inziale in realtà c’è stato e per fortuna si è risolto senza problemi. Innanzi tutto Sainz scatta parecchio bene, tanto da affiancare Piastri in curva uno, salendo sulla pendenza che porta al Casino ruota a ruota con l’australiano. Scenario dove arriva un piccolo contatto tra l’anteriore sinistra di Carlos e il fondo di Oscar. Risultato? La Ferrari numero 55 patisce una foratura e arriva lunga in curva 4. Nel mentre un altro contatto andava in scena tra Perez e le due Haas.
Un “incontro” decisamente più tragico che di fatto ha fermato la corsa. Una bandiera rossa lunga perché i detriti in pista erano una marea e in generale si dovevano ripristinare le normali condizioni del tracciato. Considerando che la bandiera rossa è arrivata prima della conclusione della prima tornata, da regolamento Sainz ha potuto riprendersi la sua posizione. Dopo una pausa di circa 40 minuti la corsa riparte. Al via i ferraristi hanno cambiato mescole. Parliamo di un set di Pirelli a banda bianca che poteva, in linea teorica, traghettare le monoposto sino al termine della corsa. Così è stato anche se i provvedimenti per portare a termine la corsa non sono stati certo pochi.
Sin dai primi giri, di fatto, il muretto del team di Maranello ha istruito i propri piloti sul da farsi. Anzi tutto la consueta “slow intro“. Ci riferiamo alla fase di attivazione delle gomme, dove Charles, capo fila del gruppone, ha dovuto amministrare le mescole in diversi tratti del circuito, curare la trazione e non eccedere nelle velocità a centro curva nelle pieghe alla fine del T1 e nei rapidi cambi di direzione del terzo settore (chicane delle Piscine). Il provvedimento si è protratto per circa 60 tornate. Poi, una volta ricevuto il via libera, Leclerc ha inserito il turbo staccando Piastri che, sino a quel momento, era rimasto incollato negli scarichi della Ferrari numero 16.
Due parole vanno spese per Verstappen. L’olandese parte sesto e taglia il traguardo nella medesima posizione. Basicamente la sua corsa si può riassumere così: primo piano continuo del diffusore della Mercedes W15 di Russell. Nel finale, il tre volte campione del mondo della Red Bull ha cercato l’attacco sul britannico. Aveva più ritmo Max, ma come detto a Monte Carlo questo fattore non conta. Si deve quindi accontentare e nel faro sa bene che possibilità di vincere gli è sfuggita di mano durante le prove libere, quando assieme a tecnici e ingegneri, non è stato in grado di ottimizzare il rendimento della sua RB20, continuando a soffrire l’attivazione delle gomme sull’avantreno.