MotoGP: in Australia riparte la caccia a Bagnaia

Nessuna pausa per la MotoGP, che dopo l’Indonesia torna subito in pista in Australia: umori opposti per i due contendenti al titolo alla vigilia del GP

Foto di Giorgia Guarnieri

Giorgia Guarnieri

Giornalista di MotoGP

Comunicazione e sport sono da sempre due fedeli compagni di viaggio: dalla scrittura alle immagini, mi piace raccontare storie ed eventi sportivi.

Archiviato il GP d’Indonesia, la MotoGP non si ferma ed è subito pronta a tornare in pista nel weekend per il GP d’Australia, sedicesimo round della stagione, in programma sullo storico circuito di Phillip Island. Un appuntamento ormai fisso nel calendario del Motomondiale, che ha sempre regalato grande spettacolo e che promette di farlo anche quest’anno.

I contendenti al titolo, infatti, arrivano nella terra dei canguri in una condizione psicologica che pare l’opposto rispetto a quella di una settimana fa: se da un lato abbiamo un Francesco Bagnaia carico dopo la splendida vittoria a Mandalika, dall’altro Jorge Martín è in cerca di riscatto dopo il clamoroso errore in terra indonesiana, che gli è costato la gara e, soprattutto, la testa della classifica. 

In Australia, inoltre, occhi puntati anche su Aprilia e KTM. La Casa di Noale deve confermare le buone sensazioni viste in Indonesia, dove Maverick Viñales è salito sul secondo gradino del podio ed è stato a lungo in lotta per la vittoria. Dall’altra parte, invece, KTM ha il potenziale per far bene in terra australiana, forte anche di un Jack Miller carico in vista del GP di casa.  

A Phillip Island riparte la caccia a Bagnaia

Il weekend indonesiano ha regalato grandi colpi di scena in vetta alla classifica, dal sorpasso di Jorge Martín dopo la Sprint all’incredibile controsorpasso di Francesco Bagnaia al termine della gara domenicale, nella quale lo spagnolo è clamorosamente scivolato mentre si trovava da solo al comando. 

Il Campionato ora vede Bagnaia in testa con 18 punti di vantaggio su Martín, quindici in più rispetto a quelli che aveva alla vigilia del GP d’Indonesia. Come abbiamo visto, però, le sorprese sono sempre dietro l’angolo e ‘Pecco’ non può certo dormire tranquillo.

Questa volta, però, i due piloti arrivano al weekend di gara in una condizione psicologica diversa rispetto a quella delle ultime settimane. Se fino a Mandalika la pressione era perlopiù su Bagnaia, costretto a difendersi da un rivale che appariva imbattibile, ora la situazione è quasi ribaltata: Martín sa di aver commesso un grave errore e di non avere più jolly a disposizione da qui a Valencia, una variabile che potrebbe mandare fuori giri lo spagnolo, meno avvezzo a gestire la pressione rispetto a ‘Pecco’. 

Inoltre, Bagnaia in Indonesia ha vinto la corsa al termine di una grande rimonta [partiva dalla tredicesima posizione, ndr], dimostrando a tutti gli scettici di non avere nessuna intenzione di lasciarsi sfuggire il secondo titolo mondiale consecutivo. Una vittoria importante per il morale, che a ‘Pecco’ mancava da troppo tempo [l’ultima risaliva addirittura al GP d’Austria, ad agosto, ndr] e che manda un messaggio chiaro: Bagnaia c’è e ci sarà fino all’ultima bandiera a scacchi. Martín è avvisato. 

Aprilia e KTM in Australia con l’obiettivo di fare bene

Non solo Ducati: a Phillip Island saranno osservate speciali anche Aprilia e KTM, chiamate a confermarsi dopo le buone prestazioni viste in Indonesia. 

La Casa di Noale arriva in Australia con il morale alto, dopo l’ottimo podio conquistato da Maverick Viñales lo scorso weekend, secondo alle spalle solo di un indomabile Bagnaia. Rimane il rammarico per il decimo posto di Aleix Espargaró, penalizzato da una scelta di gomma [la soft al posteriore, ndr] che ha pesantemente influito sulla sua gara. Entrambi i piloti, tuttavia, possono dirsi soddisfatti delle prestazioni della loro RS-GP viste nel corso di tutto il weekend, che fanno ben sperare alla vigilia del prossimo GP.  

Grande attesa anche per KTM, reduce da un buon weekend a Mandalika, seppur con qualche nota “stonata”. Brad Binder, infatti, arriva in terra australiana dopo un diciannovesimo posto nella Sprint e un sesto posto in gara, nel quale è stato anche protagonista di due episodi spiacevoli [due entrate oltre il limite ai danni di Marini, poi caduto, e Oliveira, ndr] che gli sono costati due long lap penalty. Per il sudafricano ora è tempo di resettare e ripartire dalle buone sensazioni avute nell’ultimo GP per continuare a lottare per le posizioni che contano. Grande voglia di far bene anche per Jack Miller, che dopo il Giappone ha confermato di essere in forma anche in Indonesia, dove ha colto un buon settimo posto in gara. L’australiano arriva a Phillip Island carico per quello che è il Gran Premio di casa, forte anche di due weekend consecutivi in top ten, con l’obiettivo di centrare un risultato importante davanti al suo pubblico. Gli altri sono dunque avvisati.

Il Phillip Island Grand Prix Circuit

Il circuito di Phillip Island sorge sull’isola omonima, nella Regione di Victoria, su un terreno ondulato sul ciglio di una scogliera, a pochi passi dall’oceano. Questa posizione lo rende un tracciato altamente spettacolare e particolarmente amato dai fotografi (soprattutto nei tratti affacciati sul mare); al tempo stesso, non si può non evidenziare anche la costante presenza di gabbiani e altri animali selvatici nei pressi della pista, che rappresentano ogni anno un rischio per la sicurezza dei piloti.  

Costruito nel 1956, Phillip Island è stato sede del Gran Premio d’Australia del Motomondiale nel biennio 1989-1990, per poi diventare una tappa fissa nel calendario dal 1997 ad oggi [con la sola eccezione delle stagioni 2020 e 2021 per via delle restrizioni sui viaggi imposte dal Covid, ndr]. 

La pista su cui si disputa il GP si snoda in senso anti-orario per 4.448 m e presenta un totale di 12 curve, di cui 7 a sinistra e 5 a destra. Largo 13 m, il tracciato è formato da numerose curve veloci in sequenza, interrotte solamente da due tornantini (entrambi destrorsi), che rendono le gare altamente spettacolari e appassionanti. Non risulta particolarmente impegnativo per i freni e presenta un solo rettilineo importante, quello in corrispondenza della corsia dei box, lungo 900 m. 

Trattandosi di un circuito “breve”, le distanze di gara saranno simili a quelle del weekend indonesiano: la MotoGP dovrà disputare 27 giri [13 nella Sprint Race, ndr], mentre Moto2 e Moto3 dovranno completare rispettivamente 23 e 21 giri.