MotoGP, festa Italia e Ducati in Qatar: le pagelle

Con il secondo posto dietro a Digiannantonio, Bagnaia rimane in testa. Male Martin solo decimo.

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Alex Ricci

Divulgatore di motociclismo

Romagnolo classe 1979, scrittore, reporter, divulgatore appassionato di moto, storia, geografia, letteratura, musica. Adora Junger, Kapuściński, Sting e i Depeche Mode.

Il Qatar conclude le gare oltremare di questa stagione e con la vittoria di Digiannantonio, si preannuncia un finale da cardiopalma a Valencia. Bagnaia secondo allunga in classifica Mondiale su Martin che finisce male in decima posizione a meno ventuno dal leader. Vediamo chi sale e chi scende nelle nostre pagelle del lunedì.

I PROMOSSI

Enea BASTIANINI: 6,5 – parte veramente male e se Bagnaia dovesse contare sul suo aiuto come in Malesia, allora non siamo messi bene. Poi si riprende e fa la sua gara, tenendo dietro l’avversario più importante. Anche in Qatar, missione compiuta.

Francesco BAGNAIA: 8 – da campione del mondo, qualcosa avrà imparato e riconfermarsi non è mai facile. Prova a scappare già alla prima curva, ma “Diggia” non lo molla per niente. Quando si fa superare, gestisce, ma non prima di sferrare un attacco che non va a buon fine, anzi rischia. Morale? Arrivare secondi con quel vantaggio su Martin, è saggio e va bene. Esperienza.

Jack MILLER: 6 – ha lottato molto nella bagarre della top ten e alla fine è arrivato nono. Nel duello è degno avversario di chiunque e non ci si può lamentare. Attendiamo un podio con piacere, ma non vorremmo che in questo caso l’attesa fosse essa stessa il piacere.

Luca MARINI: 7 – dalla pole era necessario non commettere errori marchiani. Missione compiuta e il buon Luca completa il podio 100% italiano con il suo terzo posto, dietro a due imprendibili. Sempre più davanti stavolta, aspettiamo solo il trionfo.

Marc MARQUEZ: 6 – è l’unico che sa guidare forte una Honda in MotoGP. Grazia Martin che si gioca il titolo nelle posizioni di rincalzo. Non poteva fare meglio, ma lui è sempre impeccabile.

Fabio QUARTARARO: 7 – prosegue ininterrotta la dimostrazione che sulla moto competitiva uno dei piloti da battere sarebbe proprio il buon Fabio. Il francese fatica come sempre, ma stacca sugli avversari come un rapace sulla sua preda, tanto che non lo riprendono nemmeno in rettilineo dove gli altri hanno più potenza. Settimo in gara, ma prestazione da dieci. Ci spieghino cosa vogliono di più i signori di Yamaha.

Brad BINDER: 6 – parte sempre come il terzo incomodo, ma non sempre riesce a guastare le feste ai suoi rivali. Stavolta si fa battere da un Vinales in gran forma confermando KTM terza forza di questo campionato.

Alex MARQUEZ: 7 – l’abbiamo già detto che sembra il fratello quando non cadeva? L’abbiamo detto eccome e si conferma tale al punto che il sesto posto mente su una corsa condotta da altissimo livello, ma gli avversari erano veramente i più tosti di sempre anche stavolta.

Il migliore-> Fabio DI GIANNANTONIO: 10 – in MotoGP è il disoccupato più veloce del mondo. Meriterebbe un titolo a parte solo per questo, ma da quando ha perso la sella del team Gresini per il prossimo anno si dimostra forte e determinato come non mai. Merito del talento che ha faticato a uscire fino a poco tempo fa? Di sicuro sta scrivendo una pagina di questa stagione e un bel biglietto da visita, dove alla voce gare vinte, bisognerebbe scrivere “capolavoro”.

Maverick VIÑALES: 7 – rispetto alle altre Aprilia sembra girare in pantofole. Nella lotta dietro i primi li mette tutti in riga e sorpassa di gran carriera tutti gli avversari risalendo fino alla quarta posizione finale. Non lo ferma neanche la dinamite.

Augusto FERNANDEZ: 6 – almeno porta a casa un punto che, sembra poco, ma per il suo team è un risultato. Liu ha tanto da dare, ma deve trovare se stesso e anche una moto.

I BOCCIATI

Jorge MARTIN: 5,5 – parte malissimo e si vede superare da tutti. Lui darà la colpa alla gomma posteriore che già allo start l’aveva fatto pattinare vistosamente e pericolosamente, ma non possiamo dubitare di Michelin con certezza. E’ sicuramente vero che la mescola non lo aiuta e finisce battuto. Decimo, è ancora in corsa per il titolo, ma serve un miracolo e San Martino è già passato.

Johann ZARCO: 5 – fa di tutto per aiutare il compagno, anche sbagliare una curva con un passaggio lunghissimo oltre il cordolo, ma non basta, perché è più difficile andare così piano che lottare per stare davanti.

Franco MORBIDELLI: 5 – neanche a punti, mentre il compagno se la cava alla grande sulla stessa piccola Yamaha. Potremmo dire che il nuovo impiego e il contratto con Ducati Pramac per il prossimo anno pesino sulle prestazioni, ma guardiamo Digiannantonio? Morbidelli a oggi è questo.

Pol ESPARGARO: 5 – cambiano gli avversari, ma non cambiano i risultati. Non sarà tutta colpa sua e la Gas-Gas non è sicuramente la moto a cui tutti ambiscono. Penultimo davanti ad un disperato Nakagami non è degno di nota. In tutti i sensi.

Takaaki NAKAGAMI: 4,5 – come si fa a dare un voto più alto a colui che come garanzia arriva ultimo. La sua strategia sembra essere la gara di logoramento, ma arrivare diciannovesimo su ventuno, grazie a i due ritirati, il logoramento è il nostro che dobbiamo assistere a questi risultati.

Il peggiore-> Iker LECUONA: 4 – si ferma entro il primo giro per problemi tecnici, ma cambia poco.

Marco BEZZECCHI: 5 – troppo alterno e si perde il compagno che vola nel weekend del Qatar. Porta punti, ma sa fare di meglio. Forse spiazzato anche dalla prova di Martin, non rischia mai e si fa battere volentieri. Davanti e tutto un altro film.

Aleix ESPARGARO: 5 – problematico e disastroso, Aleix non conclude niente di buono e si ferma praticamente subito, in tempo per vedere i sedici giri di fuoco del suo compagno di scuderia.

Raoul FERNANDEZ: 5,5 – salva l’Aprilia da una mezza figuraccia, ma non è sufficiente. Davanti a lui sono ancora in troppi per parlare di un bel risultato e si piazza dietro a un morbido Morbidelli.

Joan MIR: 5,5 – due punti è tutto quello che porta a casa. Se si riuscisse a capire dove può arrivare il binomio Mir-Honda, forse lo vorrebbe sapere anche lui. Chissà.