Il panorama automobilistico versa in una situazione di difficile lettura. Da un lato, vi sono le esigenze ecologiche, quanto mai sentite in seguito all’emergenza climatica. Da quello opposto, però, i conducenti paiono ritrosi a sposare la transizione. In risposta agli attuali trend, BMW avrebbe intenzione di rivedere i piani iniziali.
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Le elettriche non si toccano
Ma non andava forte nelle elettriche? Sì, ricordate benissimo. In rapporto alle dirette concorrenti, ha riscosso un’accoglienza molto positiva, perciò avrebbe poco senso fare marcia indietro. Gettate delle solide fondamenta, negli anni a venire il Costruttore bavarese raddoppierà semmai gli sforzi, o addirittura li triplicherà.
Dall’Unione Europea, oltretutto, insistono affinché la mobilità cambi forma. Per quanto l’obiettivo di abbandonare i propulsori tradizionali entro il 2035 cominci ad apparire un sogno lontano, il paradigma è mutato.
L’apertura di Ursula von der Leyer, presidente della Commissione UE, a un confronto intermedio nel 2026 costituisce giusto una parziale marcia indietro, mica una resa totale
A costo di arrivare un po’ in ritardo, degli investimenti importanti confluiranno nelle infrastrutture, oggi abbastanza carenti. Intanto, i player della filiera attueranno un passaggio graduale alle vetture green.
Approccio più cauto
Se molte aziende hanno annunciato la fine delle unità a combustione interna entro date più o meno ravvicinate, la gamma BMW poggia su un approccio più cauto.
Come rimarcato in svariate riprese dai portavoce, il fine è di rimettere al singolo consumatore il potere di esprimersi sull’alimentazione. In modo simile a Toyota, pensa a tenere i piedi in diverse scarpe.
Questo perché il pubblico di riferimento non ha ancora preso una posizione netta. Eppure, in una clima di (quasi) totale incertezza, il diesel ha tutta l’aria di aver imboccato la parabola discendente.
Le immatricolazioni sono in costante calo, attestandosi al 12,8% nel marzo 2024, contro il 13,6% dell’anno precedente. Un trend importante, da considerare poiché, secondo BMW, è destinato a durare. Niente flessione momentanea, bensì l’inizio di una nuova era.
I perché del calo
Sulla perdita delle quote registrata dalle motorizzazioni a gasolio incidono vari fattori. Innanzitutto, è la conseguenza dell’ascesa degli ibridi, rappresentanti un compromesso interessante tra i consumi ed emissioni, risultando più attrattivi nella prospettiva dei guidatori.
In secondo luogo, le unità a benzina hanno compiuto dei progressi in termini di efficienza e inquinamento rispetto al passato, e pertanto rispondono meglio alle sfide contemporanee.
Comunque, prima di procedere coi saluti, BMW intende monitorare gli sviluppi del diesel. Non ci saranno repentini addii, semmai il processo sarà progressivo. La mission è di rafforzarsi nell’elettrico e nell’ibrido, con uno spazio marginale lasciato ai propulsori a gasolio, sottoposti a una costante opera di affinamento.
Benché i motori diesel continuino a perdere terreno, costituiscono pur sempre una valida opzione per parecchi conducenti, soprattutto nel caso di chi percorre lunghe distanze. Il loro futuro resta da scrivere, in base a una pluralità di fattori, tra cui l’evoluzione tecnologica, le normative future e le strategie delle compagnie.
Sicché uno strappo netto e improvviso scontenterebbe una rilevante fetta della clientela, BMW preferisce monitorare con attenzione lo scenario, stabilendo, in successiva istanza, il da farsi.