Leasing sociale, le auto del popolo: la proposta in Italia

Una proposta che prende spunto da altri Paesi europei e che potrebbe essere la svolta per le famiglie meno abbienti che vivono in Italia: di cosa si tratta

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Laura Raso

CONTENT EDITOR, AUTOMOTIVE SPECIALIST

Cresciuta nel paese della Moto Guzzi, coltiva la passione per i motori e trasforma l’amore per la scrittura in lavoro, diventando Web Content Editor esperta settore automotive.

La proposta di cui non si fa altro che parlare in questi giorni è quella della cosiddetta auto popolare destinata alle famiglie che hanno un reddito basso, una sorta di leasing con pagamento di un canone calmierato per andare incontro alle esigenze di chi fa fatica ad arrivare a fine mese e non riesce a permettersi altro. Secondo l’ACI si può già partire nel 2024, non è necessario aspettare. Un esempio che viene dalla Francia e che l’Italia potrebbe copiare per far fronte alle esigenze di alcune delle famiglie meno abbienti che vivono nel Paese.

Cosa si intende per leasing sociale

Un modello che il nostro Paese potrebbe copiare dalla Francia, dove viene già utilizzato. Si tratta di quello che viene chiamato leasing sociale e che è nato proprio con l’obiettivo di sostenere e aiutare le famiglie che hanno la necessità di cambiare l’auto vecchia ma non hanno le possibilità economiche per farlo, perché il loro reddito è troppo basso.

In questo caso potrebbero invece avere a disposizione un’auto elettrica o con motore termico a basso impatto ambientale pagando una rata molto più bassa rispetto a quella standard. Si pensa a una base di 75 euro, per arrivare a un massimo di 125 euro al mese.

Un’iniziatica che in Francia è già partita da quasi un mese, lo scorso primo novembre, data in cui è iniziata la raccolta delle domande inoltrate dalla popolazione. Dal mese di gennaio 2024 le auto che sono state acquistate dallo Stato saranno man mano distribuite alle famiglie che hanno tutti i requisiti per ottenerle a prezzo calmierato.

La posizione attuale dell’Italia

Il Ministero dei Trasporti, guidato dal Ministro Matteo Salvini, e l’ACI – che ha deciso di proporsi come gestore della flotta di auto che verrà data in leasing al popolo – si sono già incontrati per parlare di questa importante opportunità che potrebbe cambiare il destino di molte famiglie bisognose, e anche del settore auto nel nostro Paese.

Agli incontri hanno partecipato anche le strutture dei Ministeri delle Imprese e del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso, e dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con Gilberto Pichetto Fratin in testa. Il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, ha dichiarato: “La prossima settimana ci sarà un altro confronto. L’importante sarebbe partire nel 2024 con la sperimentazione, anche con un numero minimo di vetture. Poi lo strumento si potrà affinare”. Si potrebbe quindi iniziare con una prima fase di test, per capire il funzionamento di questo meccanismo e provarne i reali potenziali e aiuti, per poi affinare la proposta in base alle esigenze delle famiglie italiane.

Dando un occhio al modello della Francia, nostra “vicina di casa”, possiamo dire che la rata del noleggio a lungo termine lì costa 95 euro al mese, ha una tariffa fissa. Qual è invece la proposta che è stata fatta per lo stesso modello in Italia?

Al momento l’ACI ha studiato un’ipotesi – che si trova oggi al vaglio dei Ministeri – e che dovrebbe tenere conto dell’ISEE della famiglia, quindi del reddito del nucleo famigliare, ma anche dell’età dell’auto vecchia da rottamare di cui sono in possesso, oltre che della tipologia di vettura che la famiglia è intenzione a prendere in leasing.

Sono questi gli elementi che potrebbero essere analizzati al fine di stilare la graduatoria delle assegnazioni. Sempre il presidente dell’ACI chiarisce quali dovrebbero essere i programmi futuri, dichiarando che i tempi sono maturi e che si potrebbe quindi assolutamente iniziare già a partire dal prossimo anno, senza bisogno di aspettare ancora: “L’idea è di avere rate comprese tra i 75 e i 125 euro, un modo per riuscire oltretutto a rottamare le auto vecchie che appartengono a una delle categorie da Euro 0 a Euro 3. Non dimentichiamo infatti che il parco auto circolante in Italia è uno dei più datati di tutta Europa e, soprattutto per il periodo di transizione energetica che stiamo vivendo, sono assolutamente necessarie delle azioni mirate allo svecchiamento dello stesso. È necessario farlo, se si vogliono davvero ottenere gli obiettivi tanto sperati.

Le macchine delle categorie comprese tra Euro 0 e Euro 3 nel nostro Paese occupano ancora una fetta molto importante, parliamo di oltre 10 milioni di unità, che corrispondono al 27% del totale dei veicoli che circolano in Italia, che sono in tutto più di 40 milioni. Il numero uno dell’ACI di tiene a sottolineare ancor auna volta la “piaga” del nostro Paese: “Abbiamo il parco auto più vecchio d’Europa, vuol dire che gli incentivi non servono”.

A proposito di incentivi auto

Anche su questo argomento le cose da dire sono davvero tante. Negli anni sono stati stanziati diversi fondi per i bonus auto, che in realtà sarebbero dovuti servire anche a svecchiare il parco circolante in Italia. Il problema è che spesso sono stati usati per cambiare macchine più recenti, e non quelle che davvero dovrebbero essere assolutamente sostituite perché hanno, per esempio, quasi o addirittura più di 20 anni.

Possiamo dire che anche quest’anno, manca solo un mese alla fine del 2023, sono avanzati più di 300 milioni stanziati dallo Stato per l’ecobonus, quindi qualcosa non va, visto che oltretutto ne sono rimasti anche altri 120 dal 2022.

Sono fondi che gli italiani avrebbero dovuto usare per l’acquisto di nuove auto elettriche, ma che in realtà sono rimasta lì intatti, e lo stesso è accaduto (anche se in misura minore) per le vetture ibride plug-in. I modelli elettrici e ibridi costano ancora troppo per le famiglie italiane, bisogna metterselo in testa, e i fondi che avanzano ne sono la prova lampante.

Non tutti possono permettersi di comprare una macchina a zero o basse emissioni, nonostante gli incentivi, e quello che spaventa è anche la mancanza di una fitta rete di colonnine di ricarica su tutto il territorio. Ormai sappiamo quali sono i limiti nel nostro Paese, che devono essere superati, intanto sono stati proposti i nuovi incentivi auto 2024. Sticchi Damiani ha infine dichiarato: “Parte di questi soldi possono essere impegnati per il leasing sociale con un beneficio per le famiglie, per l’ambiente e per l’industria. L’importante è partire, grazie al ricambio di vetture e alla vendita di quelle usate il meccanismo si potrà alimentare in modo virtuoso”.