Gli scooter 125 potranno viaggiare in tangenziale e in autostrada: con l’approvazione dell’emendamento presentato dalla Lega, il Codice della Strada italiano è sempre più vicino all’allineamento definitivo con il resto d’Europa.
Il nuovo limite di cilindrata per l’accesso su arterie a scorrimento veloce – una riforma di cui si parla già dal 2019 e che si appresta ad essere votata in Aula – sarà applicato anche ai motocicli elettrici: per viaggiare in autostrada sarà sufficiente avere sotto al sedile 6kW. La novità, però, è accompagnata da alcune limitazioni anagrafiche.
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Scooter 125 in autostrada: emendamento approvato
Nella serata di martedì 6 febbraio, nell’ambito dell’esame del disegno di legge di revisione del codice della strada, è stato approvato l’emendamento che introduce la possibilità di accedere a tangenziali ed autostrade con moto e scooter 125.
“Grazie all’approvazione di un emendamento della Lega al Codice della Strada i motocicli 125 cc (dai 120) potranno circolare anche su autostrade e tangenziali, purché guidati da un maggiorenne. Un intervento di buonsenso atteso da anni, che allinea il nostro Paese al resto dell’Europa e che, a parità di prestazioni, semplifica la vita a famiglie e utenti delle due ruote”, esultano i deputati della Lega – firmatari dell’emendamento – in commissione Trasporti.
L’approvazione dell’emendamento arriva dopo il parere decisivo della Polizia Stradale e dell’ufficio legislativo del Mit: ora non manca che l’approvazione finale in Parlamento, che nelle parole dei deputati del Carroccio permetterà di “sanare un’anomalia tutta italiana”.
Secondo le affermazioni di alcune fonti interne riportate da ‘La Stampa’, tale modifica al Codice della Strada avrebbe una logica stringente, “considerato che il 60 % dei 125 cc in circolazione sulle nostre strade hanno una potenza pari o addirittura superiore ai modelli tra i 150 e i 200 cc”.
In autostrada con moto e scooter 125: le limitazioni
L’emendamento appena approvato in Commissione modifica l’articolo 175 comma 2 del Codice della Strada, che vieta la circolazione in autostrada e sulle strade extraurbane principale a titti i “velocipedi, ciclomotori, motocicli di cilindrata inferiore a 150 centimetri cubici se a motore termico” (o di potenza inferiore a 11 kW se a motore elettrico).
Tale norma, che prevede una sanzione amministrativa che può arrivare a 173 euro con decurtazione di 2 punti sulla patente, viene quindi “alleggerita” abbassando il limite di cilindrata a 120 cc, consentendo così il transito in autostrada anche a moto e scooter 125.
Ci sono però delle limitazioni anagrafiche: per poter circolare su arterie a scorrimento veloce a bordo di un 125, è necessario che il conducente sia maggiorenne, che sia munito di patente A o B oppure che abbia conseguito la patente A1 o A2 da almeno due anni.
La soddisfazione di Confindustria Ancma
L’approvazione della modifica dell’articolo 175 comma 2 del Codice della Strada è stata accolta con soddisfazione anche da Confindustria Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), che in un commento affidato al presidente Paolo Magri chiarisce la posizione degli addetti ai lavori.
“L’introduzione di questa misura arriva in un momento così importante per la mobilità e le due ruote”, spiega il presidente dell’associazione, tra i sostenitori dell’emendamento. Con la conferma dell’abbassamento del limite di cilindrata per la circolazione in autostrada, che si appresta ad essere votato dal Parlamento, “non solo l’Italia si allineerebbe finalmente al resto dell’Europa, dove è già consentito il transito, ma lo scenario che si prospetta, per il quale l’associazione si sta spendendo da anni, rappresenterebbe un risultato molto importante per i produttori, l’industria di riferimento, e per gli utenti della strada”.