Durante questa settimana i ministri delle Finanze delle più grandi economie del mondo, insieme ai presidenti di alcune banche centrali, si sono trovati a Rio De Janeiro, in Brasile, per un incontro dal quale potrebbe uscire fuori una proposta che potrebbe mettere nel mirino i super ricchi, i quali andrebbero incontro a una tassazione più rilevante. Si parla di coloro che possiedono patrimoni a cinque stelle e che vivono in ville di ultra lusso con garage piene di supercar da sballo. Sembra una rivoluzione, ma intanto la direzione appare volgere timidamente da quella parte.
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Non sarà una tassa sul reddito, ma diretta al patrimonio
Questa ipotesi di tassa non andrebbe a colpire i benestanti, ma propri i ricchi, coloro che rappresentano l’1% della popolazione mondiale, ma che possiedono patrimoni sconfinati con infiniti zeri e beni di lusso da capogiro. Comprese auto da collezione e hypercar di ogni tipo. L’idea di tassazione potrebbe coinvolgere persone con un patrimonio di almeno 100 milioni di dollari. La nuova tassa corrisponderebbe, poi, al 2 per cento del patrimonio, niente che possa realmente stravolgere la vita di chi ha a disposizione 100 e più milioni di dollari.
La proposta viene inoltrata, soprattutto, dai governi di Francia e Brasile che hanno calcolato l’impatto di una misura del genere: 680 miliardi di dollari ogni anno. Sono i soldi necessari per compiere la transizione ecologica, pagare i danni ai Paesi più colpiti dagli eventi meteorologici estremi derivanti dal cambiamento climatico, e per ridurre, almeno in parte, le straordinarie diseguaglianze sociali attualmente vigenti, con la differenza che si espande ogni anno fra pochissimi ricchi che diventano sempre più ricchi, e tantissimi poveri che diventano sempre più poveri.
Non tutti sono d’accordo
Quando ad aprile i ministri delle Finanze di Brasile e Francia hanno annunciato la proposta, hanno subito avuto l’appoggio dei colleghi di Germania, Spagna e Sudafrica. Altri nicchiano. Fra i cittadini delle venti economie più sviluppate ha confermato che c’è una larghissima maggioranza a favore di una misura di questo tipo: sono a favore due persone su tre. Gli italiani in questa classifica sono in fondo, davanti a Stati Uniti, Giappone ed Emirati Arabi.
Le precedenti proposte
Nei mesi scorsi molti Paesi dell’Ue avevano manifestato l’esigenza di rinvenire ulteriori risorse economiche per fronteggiare le ingenti spese che gravano sui bilanci comunitari. Infatti, oltre ai fondi necessari a finanziare il “Green Deal”, grava sulle finanze del Vecchio Continente il costo della guerra in Ucraina, che si protrae ormai da più di 2 anni. La stessa ha comportato e comporterà spese ingenti per continuare a garantire sostegno economico, finanziario, ma soprattutto militare all’Ucraina.
Dunque, sulla spinta emotiva era nata l’idea di introdurre una tassa sull’1% dei patrimoni dei più ricchi del continente europeo. La proposta è stata lanciata da un gruppo di esperti, capitanati da Thomas Piketty, noto economista, e da Paul Magnette, politico belga. La stessa ha raccolto il consenso di alcuni paesi comunitari, tra cui in particolare Spagna, Francia e Germania. Meno l’Italia. Al momento, la petizione ha raggiunto circa 200.000 firme; tuttavia è richiesto il numero di 1 milione di firme.