L’estate degli autovelox, multe a pioggia in tutta Italia

Ci sono zone in Italia tempestate di autovelox, viaggiare su quelle tratte senza prendere una multa è diventato praticamente impossibile

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Laura Raso

CONTENT EDITOR, AUTOMOTIVE SPECIALIST

Cresciuta nel paese della Moto Guzzi, coltiva la passione per i motori e trasforma l’amore per la scrittura in lavoro, diventando Web Content Editor esperta settore automotive.

Stiamo vivendo quella che molti definiscono l’estate degli autovelox, i rilevatori di velocità non ci danno tregua e continuano a “mietere vittime” sulle strade italiane. Ci sono delle tratte che sono diventate veramente invivibili per gli automobilisti.

Il Ministro Salvini intanto, come ben sappiamo, è alle prese con il nuovo Codice della Strada, che è già stato approvato in Consiglio dei Ministri e che quindi dovrebbe diventare legge il prossimo autunno. Intanto ci sono diversi casi di “abuso” di autovelox che stanno dando parecchia noia agli utenti.

La strada statale Telesina

Uno di questi, forse quello più criticato negli ultimi tempi, è il caso della strada statale Telesina – come comunica l’ANSA. Si parla di un tratto di strada a una o due corsie per senso di marcia che collega Benevento a Caianello, dove ci sono ben 7 navigatori in soli 25 chilometri di percorso. Una follia!

Poco prima degli autovelox, come la legge vuole, sono installati i cartelli che avvisano tutti gli utenti della presenza dei dispositivi di rilevamento della velocità. Lo stesso accade sui navigatori satellitari installati sui veicoli, che avvisano della presenza degli autovelox. Tra l’altro, man mano che ci si avvicina, generalmente c’è un secondo cartello – non sempre – e il navigatore spesso avverte della presenza del dispositivo con un segnale sonoro.

Gli utenti, nei pressi dell’autovelox, possono viaggiare a una velocità che di colpo cala da 80 a 60 km/h, per cui è necessario rallentare, se non si vuole prendere la multa, e purtroppo non tutti si accorgono in tempo del pericolo. La Telesina tra l’altro è un tratto di strada su cui è molto raro deve pattuglie della Polizia Stradale, e su cui spesso viene segnalata la presenza di camion anche il sabato e la domenica, giorni in cui vige il divieto di circolazione per i mezzi pesanti.

Le multe

Assoutenti ha raccolto i dati per poter segnalare la presenza di ben 7 autovelox su una tratta di 25 chilometri circa di lunghezza, sui 70 totali. Per non parlare del fatto che i limiti di velocità su questa strada sono stati modificati più volte nel tempo, confondendo gli automobilisti.

Questa situazione ha provocato una pioggia di multe per autovelox, basti pensare che nel 2022 – nei quattro Comuni in cui sono installati gli autovelox sulla Telesina (che sono Castelvenere, Paupisi, Puglianello e Torrecuso) sono entrati nelle casse ben 2,8 milioni di euro grazie alle multe per autovelox. Record assoluto per Paupisi (Benevento) che ha incassato addirittura 1,5 milioni di euro.

Al sud, soprattutto in Campania, ci sono tanti comuni in cui i cittadini protestato contro le amministrazioni che incassano soldi con le sanzioni e poi però non si occupano minimamente di investirli per la manutenzione delle strade, in pessime condizioni.

Che cosa dice il nuovo Codice della Strada

Il testo della riforma del Codice della Strada prevede novità anche sulla regolamentazione degli autovelox. L’obiettivo è uniformare le apparecchiature di rilevazione della velocità a livello nazionale, rivedendo termini e criteri di collocazioni dei dispositivi e facendo in modo che il loro utilizzo sia destinato al miglioramento della sicurezza degli utenti della strada, e non soltanto a fare cassa.

A tal proposito Salvini ha dichiarato: “Non sarà più possibile posizionare autovelox col limite che improvvisamente scende da 90 a 50 km/h per fare cassa, lavoreremo per mettere ordine nella giungla degli autovelox con un’omologazione nazionale. Il problema che si riscontra nelle prassi amministrative quotidiane è che alcuni dispositivi non sono omologati e richiedono una manutenzione costante per preservare gli standard prestazionali”.