Auto elettriche: Tesla spodestata dal brand cinese

Il sorpasso a livello di vendite globale da parte di BYD, sancisce l'evoluzione dell'industria automobilistica cinese che si porta al vertice in fretta

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Tommaso Giacomelli

EDITOR AUTOMOTIVE

Nato e cresciuto a Lucca, laureato in Giurisprudenza a Pisa, sono riuscito a conciliare le due travolgenti passioni per auto e scrittura. Una grande fortuna.

Il mondo sta cambiando in tempi molto rapidi e anche le cose che sembravano certe e assodate, sono pronte a mutare. Nel campo delle auto elettriche, il punto di riferimento globale è stato finora ricoperto da Tesla, l’azienda americana fondata dal funambolico Elon Musk. Nessuno ha impensierito la leadership del colosso a stelle e strisce, almeno fino ad adesso, perché pare proprio che alle sue spalle ci sia un altro gigante orientale, con la freccia per segnalare il sorpasso. Stiamo parlando di BYD, il titano cinese che entro la fine dell’anno effettuerà il passaggio al primo posto delle vendite mondiali di vetture alla spina. Un cambio di scenario epocale e realizzato, a ben pensarci, in un lasso di tempo abbastanza breve. BYD è un costruttore fino a poco tempo fa – quasi – sconosciuto, almeno alle nostre latitudini, ma nell’ultimo anno ha iniziato a farsi apprezzare anche in Italia, con una serie di modelli che sono stati presentati con un tiepido entusiasmo anche nello Stivale.

C’è il sorpasso in testa

La Cina, fino a pochissimo tempo fa, veniva vista come interlocutore di poco conto da parte delle potenze occidentali automotive. Le cose, anche grazie al passaggio verso una mobilità sempre più elettrica, sono state capovolte. Adesso, l’atteso sorpasso di BYD – come riportato dall’agenzia Bloomberg – conferma la crescita della Cina nell’industria delle quattro ruote mondiale. Se finora i costruttori cinesi erano rimasti sostanzialmente al palo, all’ombra di altre realtà come come General Motors, Toyota e Volkswagen, la svolta è ormai a un palmo di mano con il Dragone in grado di sfidare il Giappone nelle esportazioni di auto passeggeri.

Delle 3,6 milioni di vetture sfornate in Cina esportate all’estero nei primi dieci mesi dell’anno, circa 1,3 milioni sono state vetture elettriche. “Il contesto competitivo dell’industria auto è cambiato. Non si tratta più della grandezza e della storia di una casa automobilistica. Quello che conta è la velocità a cui si può innovare“, afferma Bridget McCarthy dell’hedge fund Snow Bull Capital, sottolineando che BYD ha iniziato a prepararsi molto tempo addietro per essere rapida e ora il resto dell’industria è costretto a inseguirla.

BYD e il boom cinese

Il sorpasso ai danni di Tesla riflette anche un mutamento nella dinamica competitiva fra Musk e il miliardario cinese che ha fondato BYD, Wang Chuanfu, che da tanto tempo desidera, sogna e si impegna nel boom dell’elettrico cinese. Ai ripetuti avvertimenti di Musk sugli effetti negativi degli alti tassi di interesse sulle vendite di auto elettriche, Wang ha risposto offrendo modelli di auto che costano sensibilmente meno della berlina Tesla più economica (la Model Y) in territorio asiatico. Fra i punti di vantaggio di BYD c’è anche il fatto di produrre le batterie per le proprie auto in maniera indipendente.

Il successo di BYD in casa è però impossibile da replicare dagli altri. L’Europa, infatti, potrebbe allearsi con gli Stati Uniti e imporre dazi più alti sulle importazioni di veicoli cinesi. In molti altre nazioni il mercato dell’elettrico è sempre agli albori e quindi non redditizio. Per quanto riguarda gli Stati Uniti sono praticamente vietati a BYD alla luce delle tensioni commerciali fra Washington e Pechino. Fra gli estimatori stranieri di BYD c’è però Warren Buffett. Nel 2008 l’oracolo di Omaha ha investito 230 milioni di dollari per rilevare il 10% della società. Un investimento più che redditizio visto che lo scorso anno la quota di Berkshire Hathaway nel costruttore cinese valeva 8 miliardi. Quando si dice il fiuto per gli affari.