Nel cuore dell’industria automobilistica italiana, una serie di dichiarazioni contrastanti ha alimentato dibattiti e incertezze sugli stabilimenti Stellantis di Mirafiori e Pomigliano d’Arco. Tuttavia, in un clima di tensione e incertezza, l’amministratore delegato, Carlos Tavares, ha sciolto i dubbi riguardo al domani.
Il numero uno del colosso automotive, nato nel 2021 dalla fusione tra FCA e PSA, ha rassicurato la manodopera circa gli investimenti nel Belpaese. Ogni struttura presente lungo lo Stivale ha un ruolo fondamentale nel conseguimento degli obiettivi prefissati. Di conseguenza, nessuno verrà chiuso o depotenziato. Un cambiamento andrà adottato per rispondere alle sfide che pone il mercato oggi, ma le voci circa un’eventuale fuga sono prive di fondamento.
Intervenuto alla presentazione dei risultati finanziari del 2023, il CEO ha invertito la rotta rispetto alle dichiarazioni precedentemente rilasciate. Se nelle scorse settimane aveva attaccato duramente lo Stato, reo di non supportare la transizione mediante dei sussidi, ora predica fiducia e ottimismo. “Per raggiungere l’obiettivo di un milione di veicoli abbiamo bisogno di tutti gli stabilimenti italiani, quindi c’è sicuramente un futuro per Pomigliano e per Mirafiori”, ha dichiarato il top manager.
Il dietrofront semina speranza nei cuori dei lavoratori e degli osservatori dell’industria, dopo il piccato botta e risposta a distanza. Tra la premier Giorgia Meloni, il vice Matteo Salvini e il ministro Adolfo Urso, diversi esponenti di spicco della classe politica avevano avuto da ridire circa le strategie societarie.
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Pomigliano non riposa
In particolare, Tavares si è soffermato sulle prospettive di Pomigliano d’Arco, ottimistico circa la capacità produttiva massima e la solidità dell’attività in corso. Sebbene la Panda elettrica sia stata commissionata agli operatori di Kragujevac, in Serbia, quella nuova, ribattezzata Pandina, andrà avanti a essere fabbricata nell’impianto campano fino al 2026. Dunque, un altro modello ne prenderà il posto, ma su quale nello specifico la mente operativa di Stellantis ha preferito sorvolare.
L’avvenire di Mirafiori è stato altrettanto al centro dell’attenzione, con Tavares pronto a identificare nella mancanza di incentivi quale ragione principale della cassa integrazione, soprattutto per la Fiat 500 elettrica. “La 500 è un prodotto premium, e per fare volumi servono incentivi – ha affermato -, appena saranno approvati in Italia e in Germania le cose andranno molto meglio”.
Eppure, mentre parla della situazione dei giorni nostri, elogia il governo per gli incentivi stanziati nel 2024, pari a quasi 1 miliardo di euro (950 milioni di euro). È grato della decisione e confida in un rilancio della piccola city car torinese a zero emissioni. La risalita dovrebbe aver luogo pure sul suolo tedesco, data la campagna favorevole alle BEV attuata dal cancellierato di Olaf Schulz.
Smentita la fusione con Renault
In Francia il successo è già forte, al punto da aver chiuso con il Lingotto come brand leader assoluto nel comparto. Al di là del contributo statale, Tavares ha sottolineato l’importanza di una sinergia volta al consolidamento. La chiosa finale riguarda la ventilata fusione con Renault: “Voglio essere molto chiaro. Non ci sono trattative in corso con nessuno per una grossa operazione di fusione, sicuramente non con Renault. L’operazione con il gruppo francese è pura e semplice speculazione”.