Nuove norme Euro 7: le conseguenze che non ci aspettavamo

La normativa Euro 7 è meno stringente del previsto in tema di emissioni: per i costruttori c'è la possibilità di rallentare i programmi di elettrificazione

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Davide Raia

Esperto di tecnologia e motori

Editor e copywriter, mi occupo principalmente di tecnologia, in tutte le sue forme, e di motori. Appassionato di viaggi, vivo tra Napoli e la Grecia.

La corsa sfrenata all’elettrificazione del settore auto europeo potrebbe rallentare nei prossimi mesi. Tutto ruota intorno alle nuove normative Euro 7. Dopo mesi di dibattiti, infatti, i Paesi UE hanno accettato di non modificare i test sulle emissioni rispetto a quanto previsto dalla più permissiva normativa Euro 6.

Questa scelta, di fatto, rimanda la stretta sulle auto termiche e consente ai costruttori di poter continuare a proporre auto a benzina e diesel (anche con sistemi di elettrificazione) con costi sostenibili. Si tratta, quindi, di un vero e proprio cambio di rotta che modifica le carte in tavola per molte Case costruttrici in UE.

C’è ancora spazio per le auto termiche

La definizione di norme Euro 7 meno stringenti, in tema di emissioni, permetterà ai costruttori di poter continuare a proporre auto benzina e diesel con costi accessibili e senza dover fare i salti mortali per rispettare limiti anti-inquinamento quasi irraggiungibili con le tecnologie attuali utilizzate dai motori termici.

A beneficiare di questo cambiamento saranno, principalmente, le auto più compatte e con un prezzo finale più contenuto (che si traduce in margini ridotti per le Case). Modelli di segmento A, B e C potranno continuare, ancora per qualche anno, a restare sul mercato grazie a regole più permissive in tema di inquinamento.

Per i costruttori, invece, non c’è più la necessità di elettrificare l’intera gamma in tempi rapidi. La conferma, non ancora ufficiale, è arrivata dalle recenti indiscrezioni relative alla Volkswagen ID.2. La city car elettrica tedesca, attesa sul mercato con un prezzo inferiore ai 25.000, sarebbe stata rimandata di almeno un anno.

Il motivo è semplice: con le nuove Euro 7 è possibile continuare a vendere vetture di segmento B a benzina con un prezzo contenuto e non c’è bisogno di lanciare subito un modello, come la ID.2, che, probabilmente, per raggiungere il target di prezzo prefissato (25.000 euro) potrebbe essere costretto a scendere a troppi compromessi.

L’elettrificazione continua

La nuova normativa Euro 7 non rappresenta una sconfitta per l’auto elettrica: la mobilità a zero emissioni continuerà a essere il futuro del mercato delle quattro ruote in Europa (e non solo). La progressiva elettrificazione della gamma di modelli di tutti i costruttori è un processo che non può essere fermato da Euro 7. Di fatto, potrebbe trattarsi solo di un leggero rallentamento del programma di crescita delle auto elettriche.

Diversi costruttori continueranno a seguire la propria tabella di marcia. È così, infatti, che Stellantis, dopo aver lanciato la nuova Citroen C3 (la più venduta di sempre), sta preparando il terreno al debutto della nuova Fiat Panda a zero emissioni. C’è poi Renault, riferimento del mercato delle city car elettriche, che ha diversi progetti in cantiere per il segmento delle compatte, come la nuova Renault 5, di cui sono state svelate le prime immagini.

Sullo sfondo, inoltre, c’è sempre Tesla che non ha abbandonato il progetto della nuova Tesla Model 2, futura entry level della Casa americana e potenziale nuova best seller del mercato in Europa nel corso dei prossimi anni. L’elettrificazione del mercato continua e non sarà Euro 7 a cancellare un programma che oramai è definito e che porterà alla vendita di sole auto a zero emissioni sul mercato UE nel corso dei prossimi anni.